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(Chiara Poggi) |
(Angelo Perrone) Si tende a vedere le professioni come blocchi omogenei: "magistrati", "avvocati", "politici", "giornalisti". Categorie, non individui. Se la magistratura fosse un gruppo che si spalleggia, perché mai la Procura di Brescia si metterebbe ad accusare di corruzione un collega, l'ex procuratore Mario Venditti che per primo si occupò del delitto infinito di Garlasco?
La vicenda dell’assassinio di Chiara Poggi, che ha già un colpevole ma forse ne ha anche un altro, insieme o al posto del primo, registra un nuovo capitolo, di cui è impossibile e sbagliato prevedere l’esito.
Però la notizia fa riflettere. Qui, non è la politica che attacca i giudici; è la magistratura che mostra anticorpi, risorse per correggere gli errori, se ci sono stati e se qualcuno ha sbagliato.
Eppure, proprio adesso ci viene presentata come urgenza assoluta la separazione delle carriere. Per risolvere il “dramma” di quello zero virgola due per cento di magistrati che, ogni anno, chiede di cambiare ruolo tra pubblico ministero e giudice, e viceversa.
Il paese è diviso, e si vuol mettere mano sulla Costituzione, per un non-problema. La riforma non serve ai cittadini. Non accelera i tempi dei processi, non migliora l’equità delle decisioni, non aiuta le vittime, e non tutela gli imputati.
Se non si tratta di migliorare il processo, preoccupa il futuro: si vuole dire, domani, al pubblico ministero cosa deve fare quando lavora. Ed è difficile immaginare, nel contesto nuovo, il disinteresse della classe politica. Non importa nemmeno il colore, può essere quello di oggi, ieri, di qualsiasi tonalità cromatica, e non rileva la buona fede dei singoli.
Le ricadute sulla vita quotidiana sarebbero evidenti. C'è un grosso affare di corruzione? Gli appalti sono manipolati? Girano mazzette negli enti pubblici? Indagini necessarie ed urgenti? Solo se rimane tempo. E dopo tutto il resto. Prevedibile l’esito di uno sforzo, vano in partenza.
La magistratura, per fortuna, gli eventuali corrotti li cerca da sola, grazie alla comune cultura della giurisdizione; mentre la politica spesso guarda oltre la concretezza dei problemi. Nel mondo che conosciamo, si è spostato qualcosa. O qualcosa è venuta a mancare.
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