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mercoledì 22 ottobre 2025

Karma

di Marina Zinzani

Si incontrano nella vita persone che ci hanno fatto dei torti. Sono persone che hanno ferito, deliberatamente e non per caso. Persone furbe che non pagano. 
Una nazione ha conosciuto gli orrori di una dittatura. Persone che hanno agito con metodo verso vittime innocenti, provocandone la morte, delle torture, inaudite sofferenze. Persone che non hanno pagato. Dittatori che sono morti in tardissima età nel loro letto.
Un ragazzo andava a scuola e gli piaceva studiare, aveva dei progetti, dei sogni. Si impegnava perché da grande avrebbe seguito la strada che desiderava, una costruzione fatta giorno per giorno. Poi dei bulli l’hanno preso di mira. Dei bulli senza un vero volto, un nome preciso, cose da ragazzi che ci sono sempre state, ha liquidato qualcuno.
E lui era sensibile. Troppo. Come se essere sensibile fosse una colpa. Il ragazzo con dei sogni si è ucciso un giorno. E i suoi torturatori non hanno pagato. Mai. Hanno fatto vite normali, avuto mogli, figli. Tutto a posto.
Una donna, subdola, con la furbizia di una volpe e i passi felpati di una tigre, si è inserita in una famiglia in difficoltà. Di fatto ha rovinato il matrimonio. La moglie è stata lasciata, le si sono attribuite tante colpe, non ha curato bene il rapporto con il marito, si è lasciata andare, era troppo stressata, troppo impegnata nel crescere i figli.
La moglie è rimasta in difficoltà economiche, con un pugno di mosche. Ora lui ha avuto un figlio dalla nuova donna, non paragonabile in nessun modo alla moglie, in fondo una sempliciotta. L’altra ha charme, ha qualcosa che ha fatto scoprire al marito nuove emozioni, una nuova vita.
Amiche invidiose hanno messo in giro delle chiacchiere. La vittima non è come loro. È diversa, e più educata, più studiosa, più timida. Queste sono prepotenti. Siamo lontani dai tempi dell’Ottocento, quando la donna appariva delicata come un fiore. Ora le ragazzine sanno essere peggio dei maschi.
Picchiano anche, fanno dispetti, mettono in difficoltà appena possono, si è scoperto così che le ragazzine sanno essere anche più bulle dei maschi. Quando non ci sono stati fatti evidenti, si è ricorso alla chiacchiera malevola per denigrare la ragazzina diversa, per farle il terreno vuoto attorno. Anni dopo, quelle bulle continuano la loro vita serenamente, chi si è fidanzata, chi si è sposata, chi ha avuto figli fra la gioia generale. Hanno anche un buon lavoro, guarda caso, e d’altronde qualche conoscenza di papà è stata utile. 
Lo studente che sognava il suo futuro. Ha studiato tanto per un concorso. Ha passato giorni e giorni chiuso in casa per prepararsi. Quel posto avrebbe creato le basi per il suo futuro. Pensava che studiando, applicandosi, ci fosse un merito, alla fine.
Invece quel posto l’ha avuto uno che conosceva, che ha fatto capire che qualche aiuto l’ha avuto, perché un amico di famiglia conosceva questo, che conosceva quello, e così il concorso l’ha vinto lui. Ora è lì, nel suo posto, e nessuno lo smuoverà fino alla pensione, ha una vita tranquilla, si è creato anche una bella famiglia, ha due bambini.
Qualcuno, ogni tanto, evoca il karma. Alla fine tutto si paga. La ruota gira, dicevano i vecchi. Vedrai che quello pagherà un giorno. Vedrai che fra anni toccherà a uno della sua famiglia una certa situazione, e poi capirà cosa vuol dire il male che ha fatto. C’è il karma, prima o poi i conti si presentano, la vita li presenta, Dio li presenta.
E invece no. Il karma non colpisce. Bisogna farsene una ragione. Le vittime devono farsene una ragione ed andare avanti come possono. Senza aspettare vendette. Il detto “siediti sulla riva del fiume e aspetta il cadavere del tuo nemico” può richiedere tempo, un tempo infinito. Per paradosso, se un giorno passa quel cadavere, la cosa non interessa più. 
Evocare il karma significa dare ulteriore importanza a queste persone. Rimanere legate a loro, a una certa situazione attraverso il pensiero non fa altro che perpetuare i loro danni. E così la negatività continua ad essere presente proprio attraverso i pensieri, e quindi in noi. Gli Stoici davano così importanza al potere del pensiero, e non solo loro. Con il pensiero si può chiudere una porta. Bene. Le cose sono andate così. Io sono io, una vittima forse, ma vivo nella mia quotidianità fragile. E per il resto, chi se ne frega.

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