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Visualizzazione dei post con l'etichetta New York

Il peso dello zaino

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New York (foto ap) Cambiare vita: l’illusione di lasciare il passato alle spalle di Marina Zinzani In quale altra città vorremmo vivere? New York, Tokio, o nella campagna inglese? O la Toscana, vuoi mettere la Toscana? Pensiero che percorre tante vite, l’immaginario e lo scontento, e i sogni irrealizzabili.

New York vista da Woody Allen

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New York (foto ap) La pioggia, il sottofondo ideale per descrivere la magia di New York di Marina Zinzani E’ difficile pensare a Woody Allen senza pensare anche a New York. Sembrano un’unica entità spesso, e la città non è semplice sottofondo alle sue storie, è qualcosa che vibra, che respira, un essere vivente che prende il sopravvento sulle persone, che ne condiziona le giornate, gli umori. Anche con il suo traffico, con la vita caotica, con i locali, con i musei, la città diventa parte integrante della storia che lui racconta.

Il sole che non riscalda

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Room in New York , di E. Hopper Le storie d’amore quando finiscono: il passato che rende così difficile il nuovo inizio di Marina Zinzani Come si racconta una storia che finisce? Precarietà, terreno che cede sotto i piedi, lutto. Le parole che si usano in realtà sono altre, ma il senso che si respira è questo.

New York, il sogno

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Racconto di Lucia Bolognani Quando il sogno di un viaggio è rimasto per anni in un cassetto, non è facile spiegarsene le ragioni. La partenza è sempre una grande agitazione, mescolata ad una buona dose di vero e proprio panico. Finalmente il giorno arriva e, mentre sali sull’aereo, ti chiedi se è tutto vero, oppure ancora un sogno.

Non solo crisi dei valori

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di Paolo Brondi (Il confronto con la realtà suggerisce molteplici chiavi di lettura del disagio sociale) Ricorrente e facile è l’attribuzione alla crisi dei valori della causa di ogni accadimento drammatico, come violenza domestica, omicidio, suicidio, uso di droghe. Piuttosto, il significato dei valori, spogliato nel tempo di ogni senso metafisico e di una realtà puramente biologica o naturale, si riduce oggi ad un processo che parte dalla soggettività, individuale o collettiva il cui pensiero cerca di conferire valore alla realtà con adeguati strumenti a disposizione.

La donna di cenere

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di Marina Zinzani (Commento di Angelo Perrone) (ap) Dedicato a Marcy Borders e a tutte le vittime dell’11 settembre 2001 a New York. Lei è “la donna di cenere”, come venne chiamata dopo essere stata fotografata quel giorno mentre fuggiva dall’Word Trade Center, coperta appunto di cenere e di detriti. Un’immagine diventata un’icona di quella tragedia e delle sue conseguenze.