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Veleno per topi

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Racconto di Vespina Fortuna Tratto da “Donne maledette” (ap) Una raccolta di storie (immaginarie) di donne che hanno vissuto sulla loro pelle un orrore, diverso per natura, ma sempre lacerante, affrontato con una forza disperata, alla ricerca di una via di uscita, forse impossibile da trovare. Maleditemi pure, se volete, non m’importa! Ho dovuto fare ciò che ho fatto, l’ho dovuto fare, secondo coscienza. Era un uomo spregevole il mio. 

Andrea, Er moretto de Garibardi

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Poesia di Vespina Fortuna Dice che hanno sentito un forte botto qua a Trastevere, vicino la chiesa de Santa Maria! Pare che er Moro c’è rimasto sotto e che lo stanno a porta’ a la farmacia.

Grazie, Babbo Natale

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Racconto di Vespina Fortuna Ormai eravamo quasi alle porte di dicembre ma Babbo Natale quest’anno non aveva proprio voglia di distribuire i regali. Era troppo triste per tutti i bimbi che aveva visto portar via dalla furia delle acque e del vento nelle Filippine, per quelli affogati nel mare a pochi metri da Lampedusa, ai quattro piccoli travolti dall’alluvione in Sardegna, alle migliaia di bimbi affamati e a tutti quelli cui insegnano ad imbracciare un fucile più alto e più pesante di loro.

La casa in collina

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Racconto di Paolo Brondi Il vino, di un bel rosso rubino, gorgogliava scendendo dal fiasco impagliato, e le due grandi coppe titillavano nel riempirsi e Giulio e Irene si scambiarono un brindisi spontaneo e sincero. «Questo vino, Irene è veramente oblio dai mali! Non scalda solo il corpo, ma anche l’animo e ridona entusiasmo. Non le fa questo effetto?». Irene non rispose, ma lo guardò: era lo sguardo di una donna ammirata dall’uomo che aveva dinanzi, un uomo che le appariva affascinante nel portamento, nell’asciuttezza del corpo, e dotato di una muscolatura di cui la stretta di mano faceva presagire elasticità e freschezza; ne ammirava il viso, dalle linee pure, forti e delicate; gli occhi, dorati di verdi pagliuzze e le tempie appena striate di bianco.

Tango delle rose in Versilia

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Racconto di Paolo Brondi Il festival di Villa Melzi era tutto all’aperto: nel parco, assai esteso e prossimo al mare versiliese. Il buio era sciolto in luminosità diffusa e suadente, arieggiata da numerosissime lanterne e da fiaccole antizanzara, dal dolciastro sapore di geranio, e su tutto scendeva il soffuso chiarore della luna piena.

Goccia di pioggia

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Poesia di Vespina Fortuna (ap) Può diventare una “bomba d’acqua” che provoca morte e distruzione, la pioggia. Come nei giorni scorsi in Sardegna, dove l’uomo non ha avuto cura di sé, né rispetto per gli altri. Eppure se, in tutti, non fosse andata smarrita la percezione della terra come bene comune da salvaguardare senza violarne le regole naturali e giuridiche, forse potremmo tornare a vedere la pioggia nelle piccole meravigliose gocce che la compongono. Non terrificante minaccia per la vita e le case, o irrisolto argomento di polemica politica. Ma spunto di un semplice verso, per una poesia ispirata alla tenerezza e alla struggente malinconia.

La stagione del borgo antico

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Racconto di Paolo Brondi Giulia, il suono delle campane pare giungere più greve ora che il buio s’accampa precoce sull’ultima chiarità e induce al sospeso parlottio della mente ove il pensiero si scioglie, ormai, tra indefinite attribuzioni. Sembra verità la nostra appartenenza se non a ciò che è assenza, tempo perduto per sempre, per cui recuperare il passato non guarisce affatto, ma ci riconsegna al suo dominio, silente, superato, incontrovertibile.

Emigrazione italiana in America, una storia da raccontare

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(ap) Come eravamo, come siamo diventati. Oltre 500 immagini sono raccolte in un libro appena uscito, “Trovare l’America” (Anniversary Books Editore). Un documento che, soprattutto per mezzo di straordinarie fotografie, prova a descrivere la storia dell’emigrazione italiana dall’altra parte dell’oceano per più di un secolo sino ai giorni nostri. 

Venezia, la laguna violata

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(ap) Stop all’accesso delle grandi navi a Venezia. Gabriele Muccino, regista e sceneggiatore di tanti film ( L’ultimo bacio , 2001; Ricordati di me , 2003; La ricerca della felicità , 2008; Sette anime , 2008; Quello che so dell’amore , 2012) è il promotore di una petizione ( www.change.org ), rivolta agli amministratori pubblici - e a tutta l'opinione pubblica -, per sollecitarne l’attenzione  sulla necessità della salvaguardia di Venezia, una città “costruita su fondamenta in legno millenarie”,   di fronte al rischio enorme che corre in questo momento, l’ennesimo. L’ingresso in laguna delle grandi navi turistiche e il loro attracco ad un palmo dalla terra-ferma minacciano ogni giorno quelle fragili fondamenta. Ecco le sue parole:

Federico Fellini, il dolce sogno della vita

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  (ap) Cosa ci manca di Federico Fellini?  “La sua giacchetta, un orecchio, un pezzo di naso?”, si è chiesto ironicamente Roberto Benigni, che aveva lavorato con lui a La voce della luna , e ne era rimasto amico. Non solo queste piccole cose. “Mi manca invece proprio tutto: il fatto di parlargli, il fatto di come ti guardava, tutta la persona intera”, ha osservato commosso il comico, per una volta fuori dei panni del toscanaccio irriguardoso.