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domenica 21 giugno 2015

Un uomo solo

di Paolo Brondi
Tratto da La vita spezzata
(con un commento di Angelo Perrone)

Spiaggia deserta
nel rosso crepuscolo
sabbia sparsa nel vuoto
di  minuta conchiglia
la sparge a grano a grano
come clessidra del tempo
che va
e scopre nelle sue mani
una parvenza di realtà

(ap) Avere paura della vita ed esserne travolti, trascinati in un vortice di allucinazioni. Non vivere ogni giorno come se fosse l’ultimo respiro. Mescolare la realtà con i propri deliri immaginari. Soffrire la precarietà e non riuscire a spendere l’esistenza. Scoprire che le strade davanti a sé sono prive di sbocchi ed hanno smesso di abbracciarsi. Non riuscire ad evitare una vita marginale, nella povertà o disoccupazione, nella solitudine di chi non può più gioire, nella diversità non accolta, e sconta nel presente la mancanza di speranze. Sono molte le ragioni che portano alla fine ad una vita spezzata. Nello spaesamento della solitudine, quando la folla sconosciuta è così lontana.

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