di
Paolo Brondi
La
voce di un aedo dolcissimo canta tra
le pagine della raccolta di versi di Oretta Dalle Ore, Poesie per Giovanni (Milano 2008, Edizioni Fai da Te). La rhabdos
fa parte del corredo di un aedo e ne è segno la summa che ha titolo Ethos: "La vita è un
uragano senza ombrello....". "La vita è un uragano per chi ignora
/ la prigionia del vecchio morte e
caos". "Il tempo si
arrovella e si frantuma / nella violenza l'odio la paura".
Ne
fa parte pure l'εικονγραφειν (il pingere immagini), parole che dialogano con
quell'infinito gioco di specchi che è la realtà
di cui l’autrice può non cogliere l'immagine prima, ma recuperare la dimensione lirica. "Le parole hanno lingue tramandate
/ che ripetono suoni versi modi / trasmutandosi adagio dentro il fare".
E
infine la gnomicità epigrammatica,
ove le linee possono mutare ordine cioè permettere diverse letture, come
evidente in Cercar trine di foglie:
Camminare con calma nel silenzio
sull'erba tra le piante e la
fontana
e nell'aria di vento sole luce
cercar trine di foglie dentro il cielo
Cercar trine di foglie dentro il cielo
e nell'aria di vento sole luce
e nell'aria di vento sole luce
sull'erba tra le piante e la fontana
Sono
versi che hanno il pregio di far capire - come diceva Montale - "quel quid
al quale le parole da sole non arrivano", sia che attengano alla
dimensione privata della memoria, a quella politico sociale, al dialogo con il
proprio pensiero, con la natura e le particolarità esistenziali.
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