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giovedì 11 febbraio 2016

Come un vento, che si scioglie

di Paolo Brondi

Bello è restare in silenzio, fermandoci ai margini del viale più riposto della città, disperdendo lontano l'eco di parole logore di cui è triste ascoltare suoni recenti. Guardando altro rispetto a un mondo pieno di scandali, oscurità morte e terrore. Inebriandoci nel vento che soffia a tramontana, gira e torma a girare. Come l'uomo, sempre agitato, sempre inquieto, con mani che restano alla fine sempre vuote.
Immaginiamo una spirale di vento, quanto più vorticoso, quanto più ripetitivo e di inconsistente  ci sia: inconsistente perché una volta che il vento si è sciolto, è come se non esistesse. Intanto continua a girare: il vento è come uno schiaffo, può colpire un istante e poi è già lontano, non c’è più e comunque non ci dà nulla perché il vento è trasparente, nulla ci fa vedere. È una spirale che fluisce eterna su sé stessa, che continua a muoversi, a sciogliersi: si scioglie all’infinito senza senso. Come il vento che sopra ai suoi giri ritorna, così l’uomo gira e rigira, va di qua, va di là, continua a muoversi freneticamente eppure sempre ritorna al punto di partenza. Lo spirito dell’uomo sempre agitato, sempre inquieto, alla fine resta con ben poco tra le mani.

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