di Paolo Brondi
Bello è restare in silenzio,
fermandoci ai margini del viale più riposto della città, disperdendo lontano
l'eco di parole logore di cui è triste ascoltare suoni recenti. Guardando altro
rispetto a un mondo pieno di scandali, oscurità morte e terrore. Inebriandoci
nel vento che soffia a tramontana, gira e torma a girare. Come l'uomo, sempre
agitato, sempre inquieto, con mani che restano alla fine sempre vuote.
Immaginiamo una spirale di vento, quanto più vorticoso, quanto più ripetitivo e di inconsistente ci sia: inconsistente perché una volta che il vento si è sciolto, è come se non esistesse. Intanto continua a girare: il vento è come uno schiaffo, può colpire un istante e poi è già lontano, non c’è più e comunque non ci dà nulla perché il vento è trasparente, nulla ci fa vedere. È una spirale che fluisce eterna su sé stessa, che continua a muoversi, a sciogliersi: si scioglie all’infinito senza senso. Come il vento che sopra ai suoi giri ritorna, così l’uomo gira e rigira, va di qua, va di là, continua a muoversi freneticamente eppure sempre ritorna al punto di partenza. Lo spirito dell’uomo sempre agitato, sempre inquieto, alla fine resta con ben poco tra le mani.
Immaginiamo una spirale di vento, quanto più vorticoso, quanto più ripetitivo e di inconsistente ci sia: inconsistente perché una volta che il vento si è sciolto, è come se non esistesse. Intanto continua a girare: il vento è come uno schiaffo, può colpire un istante e poi è già lontano, non c’è più e comunque non ci dà nulla perché il vento è trasparente, nulla ci fa vedere. È una spirale che fluisce eterna su sé stessa, che continua a muoversi, a sciogliersi: si scioglie all’infinito senza senso. Come il vento che sopra ai suoi giri ritorna, così l’uomo gira e rigira, va di qua, va di là, continua a muoversi freneticamente eppure sempre ritorna al punto di partenza. Lo spirito dell’uomo sempre agitato, sempre inquieto, alla fine resta con ben poco tra le mani.
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