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giovedì 12 maggio 2016

Essenze. Le tracce sfuggenti della vita

di Marina Zinzani

Essenze profumate, ricerca dell’Oriente. Essenze offerte in un negozio, che arrivano alla mente sotto forma di note per l’olfatto. Cambiare. Essenza di ricordi. No, i momenti quando si vivono appaiono confusi e veloci. Il ricordo li seleziona, li incasella, sa scindere ciò che era bello, ciò che appare dopo anni con struggenza. Si disegna quasi la felicità, come una donna apparsa qualche volta, misteriosa e velata, e poi scomparsa.
Le essenze che si ricercano nei libri. Tasselli misteriosi di un puzzle, la ricerca della verità, o di un consiglio, o del segreto per vivere. Essenza fra migliaia di fogli, parole scritte che diventano parole in un cofanetto prezioso, parole e frasi, frasi e forse qualche aiuto. Essenza del cibo, quello che nutre il corpo, ricerca del piacere, accompagnatore durante incontri, piacevoli serate, sottofondo di vita insieme. Anche sottofondo di solitudini. Cibo e silenzio.
Essenza di un abito, di un nuovo taglio di capelli, di una nuova giacca o camicia. L’idea, così umana, che un abito sia una bacchetta magica per qualche ora, per qualche tempo. Per piacere di più. Essenza di una giornata in riva al mare, su una panchina con un giornale in mano. Ricerca continua, ricerca di qualcosa che plachi l’animo, che riesca a collocare da qualche parte ciò che è difficile collocare, per fare meno male. Si chiede troppo, spesso. Agli eventi, alle essenze di un profumo, di un libro, di un cibo. Non c’è niente che plachi. Bisogna, forse, solo guardare il sole che illumina una scia del mare, e restare in silenzio.

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