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mercoledì 31 agosto 2016

Rubare il fuoco al cielo

di Cristina Podestà

Viaggiando su Pagine Letterarie, ho trovato una bellissima riflessione sul male e il dolore che colpiscono i bambini innocenti (La peste, ai nostri giorni, PL, 5/8/16). Giustamente è citato Baudelaire che tratta temi come la morte, il dolore, l'amore o la religione, in senso estremo compiendo un viaggio, simile ed opposto a Dante, nel tentativo di conoscere fino in fondo quell'inferno che è la nostra vita.
Al male dei bambini non ci si rassegna, lo stesso papa rimane attonito e quasi sembra scusarsi per una religione che non spiega né dà alcuna certezza. Il velo nell'oscurità si fa più denso e acre quando vediamo piccole vittime della guerra, della violenza, del terrorismo. Come possiamo comprendere ciò? Anche Dostoevskij si chiedeva il perché delle lacrime dei bambini, e rispondeva che la colpa era degli uomini che, rubando il fuoco al cielo, pur sapendo che sarebbero divenuti infelici, hanno scelto la strada della Libertà.
Non vi è nulla che ci aiuti a capire, nessun dolore giustificabile, nessuna religione che ci consoli. Soltanto tristezza e amarezza per il nostro errare.

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