di
Cristina Podestà
Viaggiando
su Pagine Letterarie, ho trovato una
bellissima riflessione sul male e il dolore che colpiscono i bambini innocenti
(La peste, ai nostri giorni, PL,
5/8/16). Giustamente è citato Baudelaire che tratta temi come la morte, il
dolore, l'amore o la religione, in senso estremo compiendo un viaggio, simile
ed opposto a Dante, nel tentativo di conoscere fino in fondo quell'inferno che
è la nostra vita.
Al
male dei bambini non ci si rassegna, lo stesso papa rimane attonito e quasi
sembra scusarsi per una religione che non spiega né dà alcuna certezza. Il velo
nell'oscurità si fa più denso e acre quando vediamo piccole vittime della
guerra, della violenza, del terrorismo. Come possiamo comprendere ciò? Anche
Dostoevskij si chiedeva il perché delle lacrime dei bambini, e rispondeva che
la colpa era degli uomini che, rubando il fuoco al cielo, pur sapendo che
sarebbero divenuti infelici, hanno scelto la strada della Libertà.
Non
vi è nulla che ci aiuti a capire, nessun dolore giustificabile, nessuna religione
che ci consoli. Soltanto tristezza e amarezza per il nostro errare.
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