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mercoledì 3 agosto 2016

Ali spezzate, di donna

di Marina Zinzani

(ap) Dedicato a Vania Vannucchi di Lucca, madre di due bambini, deceduta il 3 agosto. Aveva riportato ustioni gravissime in più del 90% del corpo. Un uomo le ha versato addosso della benzina e le ha dato fuoco. Una vittima, l’ennesima, non di un amore finito, ma della violenza irrazionale di chi non sa accettare il rifiuto e la fine di una storia.
 Un esempio di virilità confusa con il dominio sulla persona dell’altro e stravolta dal senso di possesso. Il fuoco, usato contro Vania, è la rappresentazione anche simbolica del potere soltanto distruttivo dell’uomo: si distrugge con le fiamme per annullare ciò che non si può avere in alcun modo, per cancellare l’altro, togliergli non solo la vita ma la sua essenza profonda. Il fuoco, che talvolta ha persino una funzione purificatrice, come quando si incendiano i resti non più utilizzabili e ridotti a rifiuti, qui voleva avere una funzione tragicamente punitiva: ma non ha cancellato nulla se non l’umanità di chi ha appiccato il fuoco immondo.

Perché adesso si decide di bruciare una donna, invece che parlarle, accettare le sue decisioni, anche quelle di mettere fine a una storia. Perché una follia collettiva, come un vento malefico venuto da chissà dove, un altro pianeta forse, fa aumentare il numero delle donne uccise. Perché alcuni uomini sono arrivati a questo.
Perché il mondo dei barbari non appartiene più solo alla storia, ma è presente, e sconcerta questa sorta di cannibalismo psicologico e danno fisico verso le donne. Perché un uomo deve procurarsi una tanica di benzina, o un coltello, al posto di parole adeguate, per capire i sentimenti di una donna, e  trasformare il rapporto in qualcos’altro di positivo, un’amicizia magari.
Perché si è persa la bussola,  perché si è tornati indietro. Le pene sono cosa fredda: servono a poco per chi subisce. Chi subisce ha perso. E chi resta non può rimediare a una devastante mancanza. Perché nessuno potrà mai ridare chi non c’è più, ridare l’allegria, la vita con i figli, i profumi  creati in cucina con passione,  la confidenza serale mentre si lavano i piatti, la spesa portata con fatica e le cose buone da preparare, le uscite a gustare un gelato, a fare una passeggiata,  qualche amica da salutare, la tavola imbandita per una serata speciale, i regali preparati con amore.
Nessun giudice può trovare condanne adeguate a chi spezza le ali di una giovane vita. Ha perduto la civiltà, e i barbari sembrano sempre di più accanto a noi.

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