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giovedì 27 ottobre 2016

Turno di notte

di Marina Zinzani
(Storie di sanità: quando subentra il senso di colpa)

Il medico guarda dalla finestra, è notte. Solo qualche minuto prima e tutto sarebbe stato diverso… Qualche minuto e quella giovane donna sarebbe stata ancora lì, fra i suoi familiari, a parlare. Sarebbe tornata poi nella sua casa a cucinare, a preparare un compleanno, a vedere amici. Con tutta la vita davanti. Dio, il caso, o la sanità? Cosa regola i fili delle esistenze?
E’ una presenza invisibile, il senso di colpa. Non si vede, non si sente, non parla. Se ne sta lì, come un gas inodore. Ma come certi gas agiscono, tolgono ossigeno. Si è appesantiti, si cammina appesantiti, si pensa appesantiti, e non si può più rimediare. Non si può riscrivere certe pagine.
“Dottore, la cercano.” Va, il medico. E’ ancora lunga la notte.

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