di Marina Zinzani
Il bambino di Calcutta
con la faccia sporca
per strada
figlio di nessuno
parla con gli occhi
implora un letto
un pasto caldo
una carezza.
Quante Calcutta
e quanti silenzi
nell’opacità dei
giorni
nell’indifferenza
dell’infanzia violata
tormentata
Angelo sperduto
in mezzo
all’immondizia
ali invisibili
è freddo piccolo
ti offro un latte
caldo
una stanza
si vorrebbe dire.
Colpevoli senza volto
senza nome
invisibili
come le piccole
vittime
che non avranno mai
voce.
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