di Paolo Brondi
Sai,
Serenella, ci sono momenti
Che si
ricorda solo una parte
delle
cose delle favole belle
mi
ricordo ora che il nonno
narrava
in notti di luna nascosta
sotto
coltri di nubi colme di neve
Narrava di
Anemone, un fiore
di rosso
colore
che amava
troppo l’amore
e con la
faccia al cielo anelava
dal sole
il calore oltre il tramonto
oltre il
calar della luna
e lungo
il quieto dormire
dei suoi
dolci fratelli
chiusi
nei calici
Anemone
ansante a calice aperto
all’alba
moriva
Narrava di Lumicino un giovane
Spazzacamino
sempre solo
nel
giorno tra cenere e fumi
e l’eco
lontano di giovani in festa
ma tutto
nuovo e pulito
nella
sera a lavoro finito
quando
sul tetto seduto
sentiva
il suo viso i capelli
le mani
dipinti d’argento
dall’amoroso
tepore
della
luna e delle stelle
Narrava di
Fortunello
un bimbo
cresciuto tra mille giorni
uguali
mille rimbombi cupi
e
rossastre luci in giorni
senza
giochi e notti senza sonno
per
crepitar di zoccoli
su pietre
smosse e vento di fuga
fra messi
rovinate per bocca affamata
e solo
saziata da pane di crusca
inzuppato
nel latte e spicchi d’arancia
da fuoco
di bombe asciugati
Un bimbo
che non sapeva
di ninna
nanna e soltanto il canto sentiva
del cuore
affannato della mamma
Era la
guerra. Mille e mille giorni di buio
nell’età
chiara
Ora,
Serenella mi ricordo solo di noi
Che non
siamo soli. Camminiamo
in tanti
sulla riva del mare
Senza far
parola. Spartendo tutto fra noi
file di
pensieri di nostalgie
di favole
belle e amore un sogno
una
poesia
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