di Marina Zinzani
Ho
un futuro davanti, ho molti progetti. Non ho grilli per la testa, non mi sono
mai drogata né ubriacata. Ho un buon rapporto con i miei genitori. Sono figlia
unica, e loro hanno molte aspettative su di me. Io studio, perché voglio poi
trovare un lavoro, e realizzare, passo dopo passo, la mia vita.
Ho
un ragazzo, e abbiamo intenzione di andare a convivere fra qualche anno. C’è
tempo per il matrimonio, per ufficializzare.
Però penso che potrei anche sposarmi, se nasceranno dei figli, e bisogna legittimare la famiglia.
Però penso che potrei anche sposarmi, se nasceranno dei figli, e bisogna legittimare la famiglia.
Io
studio e spero. I buoni voti alla fine fanno trovare più facilmente un lavoro.
Così posso crearmi il mio futuro. Sembra che la città in cui vivo offra molto,
c’è dinamismo, tutto sembra pieno di opportunità.
Sono
passati due anni. Mi sono diplomata con il massimo dei voti, i miei studi sono
serviti. Ho trovato un lavoro, e non è stato facile, per niente facile. Mah… lo
stipendio è piccolo piccolo, quasi ridicolo. Sono agli inizi, mi dicono. Molte
ore, senza orari definiti per uscire, e stipendio basso. Una donna delle
pulizie ha un salario decisamente migliore del mio. Rifletto. Poi c’è
dell’altro. Pochi diritti, facciamo prima a dire nessuno. I miei capi mi hanno
già fatto capire che c’è la fila fuori dalla porta, se non mi va bene.
Io
ho studiato. E sento le storie di chi, come me, ha studiato, e tanto. Ex
compagni che hanno trovato lavori, anche presso aziende note che pagano milioni
di euro in pubblicità. Anche loro mi raccontano di essere sottopagati, e di orari
assurdi.
Poi
sento di chi è emigrato, giovani che vanno all’estero per costruirsela là, la
propria vita. Io non vorrei. Non vorrei lasciare la mia famiglia, la mia città,
i miei amici. Continuo a sperare, in un lavoro migliore, in un futuro migliore.
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