Patate: sorprese che vengono dal buio della terra, e che ci riportano
all’Irlanda e persino ai Kennedy
di
Marina Zinzani
Ti
ricordi “I mangiatori di patate” di Van Gogh? Piacciono a tutti, le patate. Ti
faccio una piccola lezione di come possono essere cucinate: al forno con il
rosmarino, fritte con l’aggiunta di ketchup, bollite e condite con il
prezzemolo, si può fare il gateau, una torta salata, c’è una
vastità di ricette pressoché illimitata.
Mio
padre raccoglieva patate, nascevano dal terreno, sotto terra nasce e si forma
questo tubero che ha sfamato milioni di persone, ovunque. Lo sai che ci fu una
grande carestia in Irlanda, alla fine
dell’800, causata da un parassita che aveva danneggiato le patate? E così tantissimi irlandesi dovettero
attraversare l’oceano e andare negli Stati Uniti, per non morire di fame. Ci
pensi che se non ci fosse stata quella carestia, gli avi di alcuni uomini che
hanno fatto la storia non sarebbero arrivati fino là?
Le
proprietà di una patata sono tante, sai? La ricetta di patate alla duchessa poi
è squisita. Devi farle bollire, poi passarle nel passapatate, aggiungere un po’
di burro, un tuorlo, del parmigiano, sale, pepe e noce moscata, poi metti
l’impasto in una tasca da pasticcere, e crea, su un teglia, dei ciuffetti che
metterai in forno. Quindici minuti e quello che viene fuori è gioia pura, non
ti stanchi mai di mangiarle, le patate preparate così.
Perché,
vedi, la patata vive al buio, sotto terra, esce che è ancora sporca, devi
lavarla, pelarla, poi ti offre tutto il meglio di sé. Tu sai quante cose sono
al buio? Tu sai dei talenti che non appaiono alla luce del sole? Quelli che
lavorano nei laboratori per scoprire una cura per malattie importanti, ad
esempio. O quei volontari che vanno in giro di notte fra i barboni, si
mischiano a loro, e quello che tirano fuori ha un sapore buono, quello delle
cose giuste.
Anche
l’infermiera di un ospedale, quel sorriso in più che regala nel suo lavoro,
quell’occhiata che sa di comprensione e di bene, oltre la sua professione: mica
vive sotto i riflettori, vive al buio anche lei, il buio di un’esistenza
normale, sottotono, senza clamore.
Io
te lo voglio dire, la patata mi è simpatica anche per un altro motivo. Perché ho messo assieme due cose: la grande
carestia in Irlanda e la dinastia dei Kennedy *, che erano di origine
irlandese. Avrei mai letto questo discorso, se le patate avessero goduto allora
di buona salute?
* Discorso di Bob Kennedy del 18
marzo 1968
« Con troppa insistenza e
troppo a lungo, sembra che abbiamo rinunciato alla eccellenza personale e ai
valori della comunità, in favore del mero accumulo di beni terreni. Il nostro
PIL ha superato 800 miliardi di dollari l'anno, ma quel PIL - se giudichiamo
gli USA in base ad esso - quel PIL comprende l'inquinamento dell'aria e la
pubblicità delle sigarette, e le ambulanze per sgombrare le autostrade dalle
carneficine. Comprende serrature speciali per le nostre porte e prigioni per
coloro che cercano di forzarle. Comprende la distruzione delle sequoie e la
scomparsa delle nostre bellezze naturali nella espansione urbanistica
incontrollata. Comprende il napalm e le testate nucleari e le auto blindate
della polizia per fronteggiare le rivolte urbane. Comprende il fucile di Whitman e il coltello di Speck, ed i programmi televisivi che esaltano la violenza al fine di vendere
giocattoli ai nostri bambini.
Eppure il PIL non tiene conto della salute dei
nostri ragazzi, la qualità della loro educazione e l'allegria dei loro giochi.
Non include la bellezza delle nostre poesie e la solidità dei nostri matrimoni,
l'acume dei nostri dibattiti politici o l'integrità dei nostri funzionari
pubblici. Non misura né il nostro ingegno né il nostro coraggio, né la nostra
saggezza né la nostra conoscenza, né la nostra compassione né la devozione per
la nostra nazione. Misura tutto, in poche parole, eccetto quello che rende la
vita degna di essere vissuta.”
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