Medicina tradizionale,
formule alternative, suggestioni. Non prescindiamo da una maggiore umanità con
il paziente
di Marina Zinzani
Un
bambino sta male per un’otite non curata, o meglio curata con l’omeopatia. Ricorda
quelle donne che sono morte per gravi malattie, che magari si potevano curare,
forse si poteva guarire, ma si sono prese altre strade, medicine alternative o
in certi casi l’inesistenza pure di quelle, solo fumo.
Concetti
interessanti, giungla in cui i contorni sono sfumati, poco chiari. Ci sono
medicine alternative che per alcuni funzionano, ma è indubbio che in certi casi
alcune vite potevano essere salvate con la medicina tradizionale, e invece sono
svanite via.
La
freddezza di alcuni medici, i malesseri che partono dall’anima, la solitudine,
il senso di frustrazione, le malattie psicosomatiche: si trova spesso poco
conforto nello studio di un medico. Si cerca di guarire l’organo, e tutto il
resto, la mente, il cuore, con le sue paure, le sue fragilità, non spetta a
lui.
Ecco
che si cerca una medicina con più umanità: legata alla natura, all’acqua, alla
memoria dell’acqua, acqua che raccoglie informazioni e cura, si cerca
l’agopuntura, concetti di yin e yang che spiegano il mondo, il dolore fisico e
anche un po’ quello interiore, aghi che devono fare fluire correttamente
l’energia, fermata, o che ha sbagliato strada.
Suggestioni
e verità. E qualche morto, ogni tanto, notizie lette con profondo rammarico.
E’
un tempo in cui si va di corsa, questo, in cui non c’è più molto dialogo: frasi
sentite tante volte. Ma la preziosità di incontri con i vicini di casa, ricordo
dei nonni, di quando ci si trovava nell’aia e si faceva il “trebbo”, tante
chiacchiere e in fondo poca solitudine, o l’amore non ai tempi dei social, che
conosceva la timidezza, il pudore, i fiori, l’ansia dell’incontro e della
parola, o il relazionarsi più umano, più lento, più profondo: questo bisogno di
contatto veniva in qualche modo appagato, nutriva, significava qualcosa.
Ora,
nel freddo delle proprie stanze, non si ha nessuno con cui parlare, sfogarsi,
con cui alleggerire la propria ansia. Magari qualcuno c’è, ma è cosa rara.
La
medicina olistica, che cura il corpo e la mente, che prende l’insieme come
unica entità, sembra un approdo naturale, dopo la delusione di medici
frettolosi o poco sensibili, o la delusione per mali che tornano continuamente,
curati con farmaci pieni di effetti collaterali, anche.
La
zarina Alessandra si era affidata a Rasputin per curare il figlioletto malato
di emofilia. C’è scritto che stava anche meglio, qualche volta, il bambino.
Dolore segreto e ricerca di cure alternative, per placare le ansie di una madre
e lo strazio per vedere il figlio soffrire. Si fa fatica a darne un giudizio
critico, definitivo, considerando lo smarrimento di questa madre.
Ma
certo quante Alessandra si sono perdute, come lei, cercando, cercando. Bastava
qualcosa in più, soprattutto in famiglia, e un sorriso di qualcuno vicino
avrebbe dato la forza di combattere, senza andare in strade tortuose, spesso
buie e tragiche.
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