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domenica 2 luglio 2017

Perdere le ali

I fantasmi che sconvolgono la mente “priva di ali”

di Paolo Brondi

La metafora dell’ “anima alata” ricorre spesso nel pensiero classico:  Un’anima sempre governa tutte le cose inanimate; essa circola per tutto il cielo, assumendo qua e là forme differenti. Alata è perfetta. Quando ha perduto le ali, è trascinata finché non mette stanza in un corpo terreno, mortale” (Fedro di Platone).
E’ evidente la corrispondenza tra “anima alata” e impegno esistenziale volto a coltivare la saggezza, l’eccellenza, e soprattutto la moderazione e la giustizia; e, per converso, tra anima che perde le ali ed esistenza esposta all’opinione e all’errore.
L’opposto esempio è utile a capire quanto sia facile l’essere invischiati nelle contraddizioni, nell’arroganza, nella maldicenza, nelle calunnie, che hanno alla base non tanto conoscenze contestualizzate, ma le diverse e opposte opinioni.
Se al pensiero e alla conoscenza compiuta spetta la responsabilità della ristrutturazione della vita, non giova all’intelligenza e ai sentimenti l’humus nutrito di perverse ideologie, e da immani sofferenze. In tal caso, scontata è spesso l’invasività della mente da parte di fantasmi che sconvolgono il mondo intorno.

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