Il comico Marco Della Noce, un passato a Zelig, “rovinato dopo la
separazione” per il pagamento dell’assegno di mantenimento, è costretto a
dormire in macchina dopo aver perso la casa
di
Marina Zinzani
Succede.
A volte se ne sente parlare. Magari un divorzio finito nel peggiore dei modi,
con la perdita della casa coniugale, gli alimenti da pagare alla moglie, il
mantenimento ai figli, il lavoro precario o perduto. Nessun paracadute sociale.
Succede.
E si pensa che l’amore finito fra le foglie secche degli alberi, calpestate da
piedi indifferenti in mezzo alle pozzanghere, era ciò che alimentava ogni
giorno, la nota bella di un incontro che, sembrava, aveva cambiato la vita.
La
vita cambiata. Succede, ai padri separati. Succede che la fortuna giri lontana,
si allontani la possibilità di riciclarsi nel lavoro, non ci sono le
possibilità per un affitto, caro, sempre troppo caro.
La
macchina come ultima spiaggia. Con la sensazione che ci si sente dimenticati,
dalle istituzioni, dagli amici che si frequentavano con la moglie, forse anche
dai figli. Loro forse no, se non manipolati dal rancore dalla moglie.
Dormire
in macchina è un lungo sonno, che porta alla depressione. C’è anche questa, purtroppo,
dietro l’angolo.
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