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sabato 14 ottobre 2017

Una certa ipocrisia

Denaro e successo, forse. Di sicuro la perdita dell’innocenza

di Marina Zinzani

Lo scandalo che ha investito Harvey Weinstein suggerisce una parola, fra le tante scritte sui giornali e fra quelle dette dalle persone coinvolte: perdita. Una giovane che vuole fare l'attrice, e si ritrova lui (non certo l'unico personaggio nel suo genere), con le sue pretese e ricatti: è un incontro in cui si perde qualcosa, in cui lei perde qualcosa.
A distanza di anni, forse famosa o forse no, guarderà con rimpianto la ragazza che era, prima di entrare in una certa stanza, il mondo ancora intero e non sporcato da ciò che ha dovuto provare. Anche se ha detto di no ed è fuggita. Perdita dell'innocenza, si direbbe.
Eppure la parola perdita si può collegare anche a chi sapeva, conosceva i vizi e le richieste del personaggio, su come considerava le donne, sapeva e si è girato dall'altra parte. Denaro e successo hanno permesso di girare facilmente la testa dall'altra parte. Per queste persone c'è stata la perdita più importante. È prima di tutto un problema morale, il loro.

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