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sabato 25 novembre 2017

Si può essere felici?

Il significato della felicità oggi: il singolo e la società. La fatica di realizzarsi insieme agli altri

di Marina Zinzani

Roberto Saviano ha raccontato che durante un incontro pubblico una ragazza si mise  in fila, e quando toccò a lei,  non gli chiese un autografo e neanche un selfie. La ragazza chiese solo: “Posso farle una domanda? Secondo lei si può essere felici in Italia, ancora?”
Di fronte al silenzio di Saviano, lei disse “Grazie”, stringendogli la mano. E si allontanò.
La risposta Saviano gliel’ha data in un articolo, in cui fa un’analisi del passato, e del nostro presente disincantato.
E’ una domanda forte, e la sua risposta lascia una nota amara. Per quanto possano essere difficili e incomplete le risposte a domande sulla felicità.
Si può immaginare la ragazza, precaria con un futuro precario, una famiglia da costruire e una casa ancora immaginaria, il mutuo che la banca non dà se non ci sono garanzie e un buon lavoro. Certo, è difficile immaginarla la felicità in questa ottica, che è quella di molti.
Emigrare per molti ragazzi è il tentativo quindi di trovarla quella felicità, che in qualche modo si sente negata. Che poi non è felicità: sono i sogni, quelli realizzabili, pezzo su pezzo, fatica su fatica, ma realizzabili. E se si sceglie un altro Paese è perché qui, in qualche modo, molti sogni sono svaniti.

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