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martedì 21 novembre 2017

Un pizzico di fantasia in più

Il fascino nascosto della posta di una volta: altri tempi, ma anche altri contenuti

di Paolo Brondi

Una frenetica rivoluzione culturale ha sconvolto le nostre arti del vivere. Il cambiamento è stato fragoroso e niente procede come prima: si comunica per sms, per mail, senza quasi più mettere mano a una penna e inviare lettere. Comunque sia, non possiamo vivere rinunciando al meraviglioso, alla felicità di essere, all'attesa, allo stupore, senza rischiare di perdersi sotto l'alone della banalità, dell'incompiuto.
Ci vuole coraggio per percorrere strade oltre la cultura dell'effimero e lungo ciò che già sappiamo, senza particolari sovrastrutture, comunicando, ad esempio per lettera, sentimenti che sorprendono e restano.
Una Lei scrive: "È fantastico attendere la posta: quando appare il tuo nome trepida è la breve attesa di leggerti e la musica comincia. Mi sento viva per la dolcezza delle immagini. Attendo i tuoi cenni, io che non amo le comunicazioni convenzionali, un po' false e che mai esprimono a pieno l'animo. Ti penso immerso nelle tue letture, anche tu con la lampada accesa, mentre forse verghi parole su un foglio o volti pagine di un libro e la pace della sera ti avvolge, ti protegge e salva i tuoi pensieri. Si è vicini, anche se si è lontani, quando le anime comunicano e si comprendono".
E un Lui risponde: "Scrivendomi, hai seguito il tuo “io narrante” che determina un itinerario attraverso tempi più rallentati, resistenza delle parole, immagini altrimenti nascoste o dimenticate. So che, oggi, vivi la solitudine come positiva aspirazione e desiderio degli altri, del loro amore, mescolando passionalità e tenerezza. Me lo hai fatto capire nella tua prima lettera, inviatami per esprimere una gratitudine rasserenata. Sei una figura capace di sciogliere appieno la malinconia del que reste-t-il de nos amour”.

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