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venerdì 29 dicembre 2017

Come un pesce nell'acquario

di Marina Zinzani

(ap) «Riconosco la gioia dei pesci nel fiume attraverso la mia gioia, mentre cammino lungo lo stesso fiume», scrive Zhuangzi, filosofo e mistico taoista, IV-III sec. a. C. (a cui è ispirato anche “Buoni amici” nella home di PL). La quiete è armonia della natura, tranquillità che muove dalla composizione dei dissidi, da una raffinata distensione degli spazi e dei tempi. Oppure protezione dalle insidie, distanza dai pericoli, barriere elevate contro presenze minacciose e ingombranti.
Il mondo però non è solo fuori di noi, quasi non esiste a prescindere dal nostro sguardo. Gli occhi con i quali lo osserviamo, quel divenire confuso e miscuglio indaffarato di uomini ed avvenimenti, si confondono con esso, come sua parte essenziale, e ne rivelano l’intimo mistero: ci permettono di dare un senso, quello conclusivo, alle tante cose che non abbiamo compreso.

Come pesci in un acquario, spazi limitati e tranquilli, nessun angolo sconosciuto, nessuna sorpresa. Come pesci che navigano in acque calme, agiate. Come pesci che conoscono solo il loro mondo, la pianta finta, il galeone finto, le finte stelle marine.
Come pesci in un acquario, vetro che protegge dalle incognite, il rinchiudersi in spazi angusti. Mi rinchiudo in casa, mi rinchiudo nel mio mondo, nei miei ricordi, nelle mie piccole sicurezze, mi rinchiudo nelle poche trasmissioni che vedo la sera, nelle poche passeggiate che faccio, nelle cose in cui credo, fermo, fermo. Fermo. Il resto non lo sento, non voglio sentirlo. Non voglio cedere alla tristezza, alle aperture, su cosa poi? Casa chiusa, è meglio così.
Come un pesce in un acquario, la vita è più rassicurante vista da un vetro, protetta. Non si sente l’odore nauseabondo di carne umana, non si odono voci disperate,  non si vedono trapezisti improvvisati, chi cammina su una sottile corda, e difficilmente può arrivare alla fine senza cadere.
Ma non si sente il parlottare, la vivacità dei pesci di fiume, che scorrono in mezzo alla corrente, fredda, con dei tronchi di alberi che ogni tanto intralciano il cammino. E quanta bellezza si vede, in quel fiume, fra quei pesci che si fanno compagnia, nel lento scorrere dell’acqua, del tempo.

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