di
Marina Zinzani
(ap) «Riconosco la gioia dei pesci
nel fiume attraverso la mia gioia, mentre cammino lungo lo stesso fiume»,
scrive Zhuangzi, filosofo e mistico taoista, IV-III sec. a. C. (a cui è
ispirato anche “Buoni amici” nella home di PL). La quiete è armonia della
natura, tranquillità che muove dalla composizione dei dissidi, da una raffinata
distensione degli spazi e dei tempi. Oppure protezione dalle insidie, distanza
dai pericoli, barriere elevate contro presenze minacciose e ingombranti.
Il mondo
però non è solo fuori di noi, quasi non esiste a prescindere dal nostro
sguardo. Gli occhi con i quali lo osserviamo, quel divenire confuso e miscuglio indaffarato di uomini ed avvenimenti, si confondono con esso, come
sua parte essenziale, e ne rivelano l’intimo mistero: ci permettono di dare un
senso, quello conclusivo, alle tante cose che non abbiamo compreso.
Come pesci in un acquario, spazi
limitati e tranquilli, nessun angolo sconosciuto, nessuna sorpresa. Come pesci
che navigano in acque calme, agiate. Come pesci che conoscono solo il loro
mondo, la pianta finta, il galeone finto, le finte stelle marine.
Come pesci in un acquario, vetro che
protegge dalle incognite, il rinchiudersi in spazi angusti. Mi rinchiudo in
casa, mi rinchiudo nel mio mondo, nei miei ricordi, nelle mie piccole
sicurezze, mi rinchiudo nelle poche trasmissioni che vedo la sera, nelle poche
passeggiate che faccio, nelle cose in cui credo, fermo, fermo. Fermo. Il resto
non lo sento, non voglio sentirlo. Non voglio cedere alla tristezza, alle
aperture, su cosa poi? Casa chiusa, è meglio così.
Come un pesce in un acquario, la
vita è più rassicurante vista da un vetro, protetta. Non si sente l’odore
nauseabondo di carne umana, non si odono voci disperate, non si vedono trapezisti improvvisati, chi
cammina su una sottile corda, e difficilmente può arrivare alla fine senza
cadere.
Ma non si sente il parlottare, la
vivacità dei pesci di fiume, che scorrono in mezzo alla corrente, fredda, con dei
tronchi di alberi che ogni tanto intralciano il cammino. E quanta bellezza si
vede, in quel fiume, fra quei pesci che si fanno compagnia, nel lento scorrere
dell’acqua, del tempo.
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