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domenica 28 gennaio 2018

Guadagnino, il lungo inverno

L’iniziazione alla sessualità di un diciassettenne, il finale struggente di una storia semplice

di Marina Zinzani
(Guardando il film “Chiamami con il tuo nome”, il film di Luca Guadagnino)

Il film di Luca Guadagnino si chiude con l’inverno. Prima c’è stata un’estate unica, in cui il sole era diventato luce su se stessi, e il caldo era quello di nuovi sentimenti, mai provati. Il protagonista Elio vive la sua ricerca di sé, perduto in un innamoramento impossibile, fugace, splendido e atroce perché destinato alla fine.
Le parole di suo padre, che tutto ha compreso, con una sensibilità rara e straordinaria per un genitore, sono da stampare nella nostra mente e da portarcele dentro, perché il senso della vita di tutti passa da quelle sue parole. Lasciare inaridire il cuore, o vivere.
L’inverno chiude il film e la malinconia diventa struggente, dolorosa, è lontana l’estate, non ci sarà mai più un’estate come quella, non si proverà mai più niente di simile.
L’inverno diventa vita, le stagioni a venire diventano opache. Forse la vita diventa un autunno, se non un inverno tiepido. Il cuore sigillato, contenuto, i sentimenti contenuti per non soffrire, per non esporsi, per difendersi. Un lungo inverno che segna la tragicità di molte vite.

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