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venerdì 16 marzo 2018

Sopravvivere

Seated Figure with Hat, 1967, Richard Diebenkorn
Cedimenti e disavventure: imparare a vedere le cose che non abbiamo ancora visto

di Marina Zinzani

Sopravvivere non è facile, tante sono le morti in una vita, e anche le rinascite. Tanti possono essere i momenti in cui si è caduti. La fine di un amore che spezza il cuore, una mano crudele che prende qualcuno troppo presto e lo porta chissà dove, il proprio corpo non più così in forma, stanco, anima stanca: sopravvivere diventa allora la carta magica da trovare, in un mazzo scomposto di carte, quella che rimette in moto l’intima essenza che fa muovere il mondo, la propria vita.
Sopravvivere richiede di guardare avanti, ma il volto tende a cercare ancora indietro, e non si può ignorare questa ricerca malinconica.
Nei libri si cercano soluzioni, si leggono storie di chi è sopravvissuto, facendo della sofferenza una trasformazione, dall’acqua fangosa ha fatto nascere dei fiori, e questi fiori sono stati mostrati ad altri, condivisi da altri.
Si cercano soluzioni e forse non ci sono soluzioni, qualcuno dice che il tempo può fare tanto. Occorre aprire meglio gli occhi, e vedere cose che prima non c’erano, la comprensione del dolore degli altri può essere cosa buona, nuova, ma soprattutto c’è la porta aperta, che deve rimanere sempre aperta, per sentire la vita, e i suoi anche meravigliosi umori.

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