Seated Figure with Hat, 1967, Richard Diebenkorn |
Cedimenti e
disavventure: imparare a vedere le cose che non abbiamo ancora visto
di Marina Zinzani
Sopravvivere
non è facile, tante sono le morti in una vita, e anche le rinascite. Tanti possono
essere i momenti in cui si è caduti. La fine di un amore che spezza il cuore,
una mano crudele che prende qualcuno troppo presto e lo porta chissà dove, il
proprio corpo non più così in forma, stanco, anima stanca: sopravvivere diventa
allora la carta magica da trovare, in un mazzo scomposto di carte, quella che
rimette in moto l’intima essenza che fa muovere il mondo, la propria vita.
Sopravvivere
richiede di guardare avanti, ma il volto tende a cercare ancora indietro, e non
si può ignorare questa ricerca malinconica.
Nei
libri si cercano soluzioni, si leggono storie di chi è sopravvissuto, facendo
della sofferenza una trasformazione, dall’acqua fangosa ha fatto nascere dei
fiori, e questi fiori sono stati mostrati ad altri, condivisi da altri.
Si
cercano soluzioni e forse non ci sono soluzioni, qualcuno dice che il tempo può
fare tanto. Occorre aprire meglio gli occhi, e vedere cose che prima non
c’erano, la comprensione del dolore degli altri può essere cosa buona, nuova,
ma soprattutto c’è la porta aperta, che deve rimanere sempre aperta, per
sentire la vita, e i suoi anche meravigliosi umori.
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