Un coin de table, di P. Cézanne |
Le cose raccontano delle storie
di Marina Zinzani
Cosa c’è dietro una natura morta?
Oggetti inanimati, forme gradevoli ma senza espressione, colori delicati,
immagini delicate, ma si avverte qualcosa di spento, è una natura morta d’altronde,
non è il quadro di una giovane dagli occhi che riflettono la luce che ha
dentro. Questo si pensa.
Ma anche le cose in apparenza
inanimate hanno parole, possono esprimere dei pensieri, dei concetti, una
storia. Soprattutto in un quadro.
Un vecchio tavolo di legno: è usurato
dal tempo, avrà visto tanto quel tavolo, mani che lo toccavano, che gli
stendevano una tovaglia sopra, che mettevano piatti, posate, bicchieri; un
tavolo a cui appoggiarsi per mangiare, mangiare per decenni, una vita.
Tavolo vecchio e la sua storia: ma
anche un telo bianco sopra, che fa parte forse di un corredo, una giovane sposa
a cui la madre ha preparato con cura tovaglie, lenzuola, ogni cosa che deve
avere una donna quando si sposa, cosa che accadeva tanto tempo fa, certo,
tovaglia bianca con ricami fatti da mani innamorate, per la casa, un nido
felice in cui ci sarebbero stati dei bambini.
Un piatto, quanta storia ha quel
piatto: lavato migliaia di volte, raccoglitore di pensieri serali, di
stanchezze, di brevi allegrie, ha visto ospiti prendere il cibo, ha sentito la
giornata di ognuno raccontata la sera, membra stanche, si mangia e si va a
letto presto.
Gli oggetti sono pezzi di anima,
spesso raffigurati nei quadri. Non chiamiamoli più nature morte, hanno un
passato, una storia, basta soffermarci un po’ e immaginare.
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