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martedì 14 agosto 2018

Grace Kelly

Da Hollywood, alla gabbia dorata di Montecarlo

di Marina Zinzani

Una strada sulla Costa Azzurra. Un’auto che corre in uno scenario da sogno. Si sta girando un film, “Caccia al ladro”. Cary Grant è affascinante, con la sua recitazione misurata, mai sopra le righe, evoca gentilezza, eleganza. Lei è Grace Kelly, e quella strada segnerà la sua vita.
E’ un momento magico, due attori fra i più belli del momento, uno scenario meraviglioso, quello che ha visto fin dagli anni 30 un avvicendarsi di scrittori, pittori, una vita intellettualmente ricca fra feste e passeggiate davanti al mare. La Costa Azzurra è il ritiro dorato d’estate, e i nomi di chi l’ha frequentata, amata, sono quelli rimasti sui libri, Scott Fitzgerald, Picasso, Matisse, ed altri, tanti altri che vi hanno trovato il tepore di un clima gradevole e la magia di un mare che tocca sfumature di celeste da sembrare irreale, in un contorno di bouganville fucsia. E’ qualcosa di vicino alla felicità, la Costa Azzurra degli anni 30, ma si arriva più avanti, siamo negli anni 50 ed Hitchock ha scelto questo luogo per girare un film, una sorta di giallo con contorni sentimentali, la storia di un ladro chiamato “Il gatto” che si intrufola nelle ville, si mescola alle feste, e ruba preziosi gioielli.
Perfino il furto qui è qualcosa di dolce, siamo in Francia, sulla Costa Azzurra, la dolce Francia fa apparire affascinante anche un ladro.  E Hitchcock sa usare la sua mano maestra anche in questo caso, ha alle spalle dei film che hanno lasciato il segno, “Il delitto perfetto”, “Notorius”, “La finestra sul cortile”.  E’ Grace che chiama per questo film, in quel momento è forse la donna più bella dello schermo, di una bellezza perfetta, che  può apparire algida, ma che lui definirà “Ghiaccio bollente”.
Il bacio in albergo che lei concede a Cary Grant è passato  alla storia, è una scena che oggi fa sorridere ma che  trasmetteva qualcosa di sensuale, in un’epoca in cui la sensualità era espressa in un modo più sottile e più intenso di ora.
Quel film segnerà il destino di Grace, che poco dopo andrà in sposa al principe Ranieri di Monaco. Inizia per lei una nuova vita, sarà la principessa Grace, e col tempo le successive generazioni vedranno  qualche suo film, vedranno servizi televisivi in cui si parlerà di lei, dei  tre figli, e la magnificenza in cui era apparsa il giorno del suo matrimonio, in un vestito da sogno. 
Ecco, ha incarnato il sogno, una vita fortunata in cui una ragazza di Filadelfia può diventare una stella del cinema, e poi principessa di un piccolo regno. Quello che le bambine sognano, quando guardano le bambole e giocano con loro ad una vita immaginaria, principessa, feste, quale vestito ti metto.
Muore a 52 anni, in quella stessa strada che ha visto l’inizio della favola, quella in cui correva con Cary Grant. Tutto si spezza, diventa improvvisamente umana, tragica la sua vita interrotta così precocemente. Ma qualcosa di magico è rimasto legato a lei, nell’immaginario collettivo. Nella cattedrale di Monaco, dove è sepolta, c’è la sua lapide per terra, vi si arriva a poco a poco, è un cammino lento per i turisti, e viene un misterioso groppo in gola, non si sa perché, un volto di angelo che ci ha accompagnato in film deliziosi, o qualcosa di diverso, misterioso, che non riusciamo a definire.

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