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mercoledì 27 febbraio 2019

La parola può salvarci

Concorsi pubblici pilotati. Appalti manovrati. Sentenze aggiustate. La corruzione non fa più notizia, ma il silenzio è il miglior alleato dell’ingiustizia

di Catia Bianchi

Ogni notizia di corruzione nella pubblica amministrazione, e di arresti sempre più numerosi ed in alto, si accompagna ad una sensazione di déjà vu. Fatti che si ripetono uguali, vicende che sembrano fotocopie di altre già viste. Perché scandalizzarsene? Perché l’indifferenza è l’amica più preziosa di ogni “cricca”. E’ necessario coltivare in ogni modo la cultura della legalità, anche mostrandosi indignati. Nel nostro Paese siamo avvezzi a dire: “fatti gli affari tuoi che campi cent'anni”. Invece no. Solitamente le persone si limitano ad esternare lagne sterili fini a se stesse.
Invece, è essenziale - se non addirittura doveroso - interessarsi di ciò che riteniamo importante, senza alcun timore. Spronare tutti alla trasparenza, a non abbassare la testa e chiudere gli occhi di fronte alle ingiustizie, di ogni tipo esse siano.
Qualcuno diceva: “la mafia uccide, il silenzio pure”. Sacrosanta verità. Le mafie hanno un potere istantaneo, facilmente esercitabile su una comunità che ha paura. Ma la paura si insinua agilmente quando non si è uniti da sentimenti di solidarietà e perciò si è inconsapevoli delle capacità che abbiamo, preferendo così abbandonarsi al silenzio e all’omertà.
In realtà, un potere basato sulla sottomissione alle regole di casta e sul clientelismo è un potere instabile, che continuerà ad esistere e ad autoalimentarsi finché la maggioranza sarà costituita da oppressori e da oppressi, e i rapporti continueranno ad essere basati esclusivamente sulla legge del più forte.
Il silenzio uccide, ma la parola può salvare. La parola è cultura e conoscenza, capisaldi necessari in una società civile per ricostruire quello smarrito senso di comunità che si fonda sulla giustizia e che dà ai cittadini la consapevolezza dei loro diritti e dei loro doveri; capisaldi che possono stravolgere anche gli equilibri più fortificati e le usanze più incancrenite.

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