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sabato 5 ottobre 2019

Lo scontro con l'opposto

Non ci sono solo regole sociali a condizionare l’esistente: il conflitto interiore tra forza e debolezza. In fondo, tra l’io e un’altra parte di sé

di Bianca Mannu

C’è un’angoscia che gli umani vivono nel sentimentale e ben oltre, come fatica e conflitto, stretti  nelle "logiche" che organizzano l'esistente e le percezioni dei sé, implicati  nell'incontro/scontro in quanto soggetti soli (preda della finitezza e della fragilità) a tu per tu con ciò che si presenta oggetto che ci resiste e che ci nega.
Il commercio dei corpi e le aspettative non corporee che ne esalano, pur rimanendo confuse e enigmatiche, non concernono esclusivamente le conseguenze psicologiche individuali legate a un eros concepito come dato individuale naturale e assoluto che vede di fronte e contrapposto a sé un altro individuo prigione delle stesse condizioni.
L'imprescindibile contagio storico-culturale è sempre all'opera, tanto più quando ci riteniamo giustificati o dominati dalla presunta forza/debolezza naturale: aggressività-pavidità dell'eros, dunque orrore e terrore per la condizione umana.
Questo modello (l'eros non è esclusivo dello scambio sentimentale/sessuale) informa di sé tanti rami dell'umana rete esistente, comprensiva dello scambio dell'uomo collettivo attuale con le sue variegate determinazioni e singolarità e con la natura, di cui l’umanità è parte, ma spesso come opposto.

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