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mercoledì 18 marzo 2020

Quello che non ho mai fatto

Storie di isolamento: i pensieri di una donna durante la sua giornata in casa

di Marina Zinzani

In fondo non è neanche una bella giornata, va bene lo stesso se resto in casa, non mi sono persa nulla. Sì, si avverte che è primavera, la natura si risveglia, ma ora è giusto così, restare in casa. Ci sono altre cose da fare, non c’è solo l’uscire e basta.
Quel libro che non ho ancora cominciato a leggere, ad esempio. I film da vedere attraverso il web, ci sono anche serie TV. E’ tutto un mondo sconosciuto, potrebbe venire qualcosa di bello da qui, qualcosa che migliora questo isolamento forzato.
I contagi aumentano. E io leggo. Leggo della peste di Milano del 1576, e di come una zona, in via del Laghetto, non fu misteriosamente toccata dall’epidemia. Una zona immune. Vi abitava una strega, o almeno ritenuta tale, Arima, e si diceva che avesse fatto chissà quali incantesimi per impedire la peste nella sua zona.
Può la magia servire? Possono le preghiere invocare qualche forza misteriosa che ci preservi la salute e quella dei nostri cari?
Milano e i suoi miracoli, le invocazioni alla Madonna ai tempi della peste. Si legge e si legge ancora, altre pagine sulla memoria di una città e su cosa possa essere successo. Si riesce a capirlo meglio, ora. Deve essere stato terribile. Anche adesso lo è, e qui il nemico è perfettamente invisibile, sembra un film di fantascienza.
Sembra un film in cui un alieno è sbarcato sulla Terra ed è nascosto da qualche parte, dov’è, dove si nasconde? E’ lì, dietro quel palazzo. E’ a Roma, a Milano, a Torino, ed espande i suoi raggi rendendo sterili e vuote le città, sono spariti gli abitanti, l’alieno c’è e se esci ti vede, ti prende... Un film di fantascienza, solo un film. Siamo entrati dentro un film.
La magia e la metafisica, le preghiere alla Madonnina sulle guglie del Duomo, le richieste ai santi. Improvvisamente ci si sente piccoli, vulnerabili. L’alieno può fare qualsiasi cosa, ti vede, ha poteri sconfinati. Forse teme una risata. Ti ricordi “Il nome della Rosa”, l’importanza del riso? Manda via gli spiriti cattivi.
Chissà quali furono le parole magiche della strega che aveva impedito il contagio della peste nella sua zona. La ricerca. Ricercare. Fare quello che non ho mai fatto, in un tempo che sembra dilatato, un po’ più vasto, con tratti angosciosi, questo sì.
Fare una torta, una delle mille di tanti libri che non si sono approfonditi. Una torta al cacao e mele, con un po’ di cannella. Torta banale. Ma se è buona, niente è banale. Anche una ricetta per la cena. Alla tv ci sono canali interi dedicati al cibo, si potrebbe cucinare qualcosa di nuovo.
I canali tv, e quelli scoperti col web possono offrire molto, soprattutto questi ultimi. Prima se ne sentiva parlare come di cose misteriose, ora possono allietare l’isolamento forzato. Pensieri confusi. Il tempo e gli arresti domiciliari. Accidenti, non sono una grande cosa neanche quella.
I film, magari appassionarsi ad una serie TV, diventano familiari i personaggi, la cosa può aiutare. La parola resilienza qui può essere d’aiuto, sfruttare una cosa negativa e trasformarla in una cosa positiva, c’era un mondo a fianco che non si conosceva. Bene, molto bene. E poi la cucina, si possono rendere più gradevoli queste ore in casa. Senza contare qualche hobby. Fare collane. Farsi mascherine.
Pregare, l’uomo disarmato alla fine prega. E’ solo, e almeno una volta nella vita si sente in un paesaggio lunare. Chissà quali parole magiche aveva usato la strega, il pensiero torna e ritorna su Arima.
Per la cronaca: il carbone della zona di Via del Laghetto funse probabilmente da disinfettante. Per questo nessuno dell’intera zona si ammalò di peste.

1 commento:

  1. Resilienza
    Preghiera
    Reimparare a vivere il quoditiano
    Reinventarci
    e soprattutto
    ''Non lasciarti vincere dal male, ma vinci il male con il bene'' Romani 12,21

    grazie mille Liana

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