Storie di isolamento: i pensieri di una donna durante la sua giornata in
casa
di
Marina Zinzani
In
fondo non è neanche una bella giornata, va bene lo stesso se resto in casa, non
mi sono persa nulla. Sì, si avverte che è primavera, la natura si risveglia, ma
ora è giusto così, restare in casa. Ci sono altre cose da fare, non c’è solo
l’uscire e basta.
Quel
libro che non ho ancora cominciato a leggere, ad esempio. I film da vedere
attraverso il web, ci sono anche serie TV. E’ tutto un mondo sconosciuto,
potrebbe venire qualcosa di bello da qui, qualcosa che migliora questo
isolamento forzato.
I
contagi aumentano. E io leggo. Leggo della peste di Milano del 1576, e di come
una zona, in via del Laghetto, non fu misteriosamente toccata dall’epidemia.
Una zona immune. Vi abitava una strega, o almeno ritenuta tale, Arima, e si
diceva che avesse fatto chissà quali incantesimi per impedire la peste nella
sua zona.
Può
la magia servire? Possono le preghiere invocare qualche forza misteriosa che ci
preservi la salute e quella dei nostri cari?
Milano
e i suoi miracoli, le invocazioni alla Madonna ai tempi della peste. Si legge e
si legge ancora, altre pagine sulla memoria di una città e su cosa possa essere
successo. Si riesce a capirlo meglio, ora. Deve essere stato terribile. Anche adesso
lo è, e qui il nemico è perfettamente invisibile, sembra un film di
fantascienza.
Sembra
un film in cui un alieno è sbarcato sulla Terra ed è nascosto da qualche parte,
dov’è, dove si nasconde? E’ lì, dietro quel palazzo. E’ a Roma, a Milano, a
Torino, ed espande i suoi raggi rendendo sterili e vuote le città, sono spariti
gli abitanti, l’alieno c’è e se esci ti vede, ti prende... Un film di
fantascienza, solo un film. Siamo entrati dentro un film.
La
magia e la metafisica, le preghiere alla Madonnina sulle guglie del Duomo, le
richieste ai santi. Improvvisamente ci si sente piccoli, vulnerabili. L’alieno
può fare qualsiasi cosa, ti vede, ha poteri sconfinati. Forse teme una risata.
Ti ricordi “Il nome della Rosa”, l’importanza del riso? Manda via gli spiriti cattivi.
Chissà
quali furono le parole magiche della strega che aveva impedito il contagio
della peste nella sua zona. La ricerca. Ricercare. Fare quello che non ho mai
fatto, in un tempo che sembra dilatato, un po’ più vasto, con tratti
angosciosi, questo sì.
Fare
una torta, una delle mille di tanti libri che non si sono approfonditi. Una
torta al cacao e mele, con un po’ di cannella. Torta banale. Ma se è buona,
niente è banale. Anche una ricetta per la cena. Alla tv ci sono canali interi
dedicati al cibo, si potrebbe cucinare qualcosa di nuovo.
I
canali tv, e quelli scoperti col web possono offrire molto, soprattutto questi
ultimi. Prima se ne sentiva parlare come di cose misteriose, ora possono
allietare l’isolamento forzato. Pensieri confusi. Il tempo e gli arresti
domiciliari. Accidenti, non sono una grande cosa neanche quella.
I
film, magari appassionarsi ad una serie TV, diventano familiari i personaggi,
la cosa può aiutare. La parola resilienza qui può essere d’aiuto, sfruttare una
cosa negativa e trasformarla in una cosa positiva, c’era un mondo a fianco che
non si conosceva. Bene, molto bene. E poi la cucina, si possono rendere più
gradevoli queste ore in casa. Senza contare qualche hobby. Fare collane. Farsi
mascherine.
Pregare,
l’uomo disarmato alla fine prega. E’ solo, e almeno una volta nella vita si
sente in un paesaggio lunare. Chissà quali parole magiche aveva usato la
strega, il pensiero torna e ritorna su Arima.
Per
la cronaca: il carbone della zona di Via del Laghetto funse probabilmente da
disinfettante. Per questo nessuno dell’intera zona si ammalò di peste.
Resilienza
RispondiEliminaPreghiera
Reimparare a vivere il quoditiano
Reinventarci
e soprattutto
''Non lasciarti vincere dal male, ma vinci il male con il bene'' Romani 12,21
grazie mille Liana