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domenica 26 aprile 2020

Fiocchi sparsi

Capo Nord (foto ap)
Ciò che è atteso e previsto non finisce di sorprenderci, lasciandoci nell’incertezza

di Giovanna Vannini

Sembra che sia già tutto finito. Ma anche questo, come l’inizio del tutto, già lo sapevamo. Nessuna sorpresa più: le imposte che si aprono, l’avvolgibile che sale e quel “Oh…” di meraviglia che ci trovavamo in bocca. Tutto pianificato persino nell'orario. Un filo diretto tra uomo e natura che solo l’uomo crede di avere. La natura no, la natura glielo fa credere e basta. Qualche volta questa lo accontenta.
Ha biancheggiato oggi. I rumori ovattati, il tempo allungato. Avremmo voluto prenderci il tempo per stare in questa quiete nevosa, ma la vita ha incalzato lo stesso, ha spinto uguale e di fermarsi in ascolto e di guardare il mondo da un punto di vista diverso non ha avuto voglia. Eppure da giorni sapevamo: del gelo, dei fiocchi, dell’ora di andata e di non ritorno.
E nulla, abbiamo preso appunti ma non abbiamo organizzato per accogliere l’atteso, per stare nel bianco. Qualcuno ha criticato gli allarmismi, qualche altro ha polemizzato sul non fatto e il bisognava che. 
Intanto il manto ha coperto comunque, ha mutato la scena, ha rallentato il ritmo. E’ sera, il tramonto è avvenuto, la notte è in arrivo e l’alba è in richiamo. Neve o non neve.

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