Capo Nord (foto ap) |
Ciò che è atteso e previsto non finisce di sorprenderci,
lasciandoci nell’incertezza
di Giovanna
Vannini
Sembra che sia già tutto
finito. Ma anche questo, come l’inizio del tutto, già lo sapevamo. Nessuna
sorpresa più: le imposte che si aprono, l’avvolgibile che sale e quel “Oh…” di
meraviglia che ci trovavamo in bocca. Tutto pianificato persino nell'orario. Un
filo diretto tra uomo e natura che solo l’uomo crede di avere. La natura no, la
natura glielo fa credere e basta. Qualche volta questa lo accontenta.
Ha biancheggiato oggi. I rumori ovattati, il tempo
allungato. Avremmo voluto prenderci il tempo per stare in questa quiete nevosa,
ma la vita ha incalzato lo stesso, ha spinto uguale e di fermarsi in ascolto e
di guardare il mondo da un punto di vista diverso non ha avuto voglia. Eppure
da giorni sapevamo: del gelo, dei fiocchi, dell’ora di andata e di non ritorno.
E nulla, abbiamo preso appunti ma non abbiamo
organizzato per accogliere l’atteso, per stare nel bianco. Qualcuno ha
criticato gli allarmismi, qualche altro ha polemizzato sul non fatto e il
bisognava che.
Intanto il manto ha coperto comunque, ha mutato la
scena, ha rallentato il ritmo. E’ sera, il tramonto è avvenuto, la notte è
in arrivo e l’alba è in richiamo. Neve o non neve.
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