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domenica 14 novembre 2021

Zeus intervistato da Elle (5)

L’arancia frizzante


di Bianca Mannu

(angelo perrone) Uomini e donne dai nomi allusivi dialogano tra loro, in realtà chiacchierano in monologhi. Il testo raccoglie tutte le voci, ma le tiene separate. Così, distintamente, le presentiamo.
I personaggi spaziano su temi diversi, letterari, sociali, di varia umanità. Dalla poesia alla creazione di miti, dal patriarcato al femminismo, al ricorso alle pseudoscienze, infine alla inesauribile furbizia umana.
Constatano l’effetto del suono verbale sul silenzio circostante e si muovono sulla soglia del non-senso. Ma evitano di oltrepassarla, il loro in fondo è un gioco di parole. Per divertire il lettore.
Dopo Madame Hardie (1), Madame Combat (2), e Madame Sansoucis (3), Monsieur Sancartes (4), ecco Zeus intervistato da Elle (5)

Fa capolino in rebus un ex Padreterno – 
solennemente scuote - tra cumuli di nembi
e rapide schiarite - la chioma numinosa
da cui spunta a pera il naso incuriosito. 
Interrogato sul tema snocciola 
alla Pizia neppure mezzo distico:
“Di tale Koinè non sgranocchio alcunché.
I monti sacri – incalza – dacché io li governo
sempre di disaccordi divini vibrano diversi 
non di rado durevoli e alquanto perversi …
Riguardo agli umani direi… ugualmente -
meno prevedibili - ma sono più … traversi.
Il Silenzio? – Oh oh! PerCrono! Ahah! eheh!
Per esser Nume – scampai con qualche inganno
al feroce appetito di mio Padre … che trastullo!        
- E che «silenzio» voleva riservarmi! – Dio di nulla!
Rea fu grande madre – e bianca nutrice
fu la piccola Amaltea dal dolce seno –
solleciti nell’organizzare i Coribanti 
alla mia culla intorno strepiti loro santi!
Molto del sacro prima di me superno
era andato a compimento e dall’Olimpo 
–  me vittorioso! – 
molto ne compii con la mia guerra
avverso Crono per agognata pace
che incerta procede fra cento discussioni.
Provvede il Fato a risvegliare i miei corrucci 
quando impaziente assisto a nuove scaramucce.
Mano allo scettro – però secco e preciso
come un automa a tempo - il braccio mio
divinamente stacca in automatico.
Ligio silenzio – dopo le contese – esala
al mio severo scatto dai fratelli
e dall’amata prole a Consiglio
insieme uniti sotto sacro cipiglio.
Minaccia tarda e procellosa scaglio
- sognando sua rapida efficacia -
sopra gli umani spaventati e infidi 
persuasi dal mio proteso artiglio 
che - pur feroce - dubitoso oscilla …
Come Dio di padri di figli e di fratelli
sono autocratico e alquanto puntiglioso 
ma spesso mi scopro generoso …   
Quale babau - con affiochita voce 
silenzio ingiungo a pavidi bambini -
con pii latrati avverto i più riottosi
– ma le mie terga rapido rivolgo
 ai loro gridi e berci spaventosi.

1 commento:

  1. Cale baubau in boghe arrughida / mudore fortzo a timijolos fizos / e a ululos averto sos reberdes / bortende culu a totu sos fastizos / de tremida a isprammu preutida.

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