di
Giovanna Vannini
Se ero entrato in un sogno desideravo restarci, se
ero sveglio e l’immaginazione mi stava giocando uno scherzo, avrei preso
provvedimenti. Ma dopo. Mi guardai intorno, ma non scorsi sulle facce degli
altri clienti seduti ai tavolini del caffè Ribò, né sui passanti di fretta o in
flemma attraversanti la piazza, lo stupore che di certo si mostrava sulla mia.