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mercoledì 25 ottobre 2017

Mele marce?

Anna Frank durante una partita di calcio: i gesti che offendono la memoria di una tragedia storica e rischiano di banalizzare il male

(ap) Il caso dell’immagine di Anna Frank, utilizzata dagli ultras della tifoseria laziale come sfottò contro gli avversari, ha giustamente sollevato l’indignazione di tanti per la sua inaudita gravità: usare in quel modo orrendo un simbolo così delicato e sorridente della sofferenza e del martirio di un popolo per scopi risibili dà la misura di un tragico smarrimento etico in cui si è persa una parte delle nuove generazioni. E forse non solo.
I pochi che hanno compiuto quel gesto sono stati capaci, in un attimo, pur a dispetto del numero esiguo, di fare violenza alla storia, e alla memoria di quel dolore, a causa del quale – non va dimenticato - il mondo ha conosciuto l’abisso ma ha saputo anche risollevarsi.
A condizione comunque di condannare sempre, in maniera ferma, la follia che abbiamo conosciuto nel secolo scorso e di rimanere custodi attenti della speranza che proprio Anna Frank ha coltivato nel buio della segregazione che ne ha preceduto la morte.
La giovane ragazzina ebrea sentiva “avvicinarsi il tuono che distruggerà anche noi”, ma guardando “il cielo lassù”, riusciva a pensare che “tutto tornerà a posto, che questa crudeltà avrà fine e che ritorneranno la pace e la tranquillità”. Parole che continuano a provocare brividi di emozione. E interrogano oggi la nostra coscienza di cittadini.
Siamo tutti più poveri senza quella memoria, più esposti allo scandalo della violenza e della discriminazione, incapaci persino di contrastare la banalizzazione del male. Quella stella di David, che era stata cucita sui poveri indumenti degli ebrei nei lager nazisti a segnare lo stigma dell’odio, è anche la stella di tutti noi.

Ps. In precedenza è stato qui pubblicato un testo di Gianantonio Tassinari, che l'autore, a seguito del lavoro di editing sul pezzo, ha ritenuto non rispondente al suo pensiero. Scusandoci per l'inconveniente, si è ritenuto di dover togliere dalla pubblicazione il testo in questione.

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