Anna Frank
durante una partita di calcio: i gesti che offendono la memoria di una tragedia
storica e rischiano di banalizzare il male
(ap) Il caso dell’immagine di Anna Frank, utilizzata
dagli ultras della tifoseria laziale come sfottò contro gli avversari, ha
giustamente sollevato l’indignazione di tanti per la sua inaudita gravità:
usare in quel modo orrendo un simbolo così delicato e sorridente della
sofferenza e del martirio di un popolo per scopi risibili dà la misura di un
tragico smarrimento etico in cui si è persa una parte delle nuove generazioni.
E forse non solo.
I pochi che hanno compiuto quel gesto sono stati
capaci, in un attimo, pur a dispetto del numero esiguo, di fare violenza alla
storia, e alla memoria di quel dolore, a causa del quale – non va dimenticato -
il mondo ha conosciuto l’abisso ma ha saputo anche risollevarsi.
A condizione comunque
di condannare sempre, in maniera ferma, la follia che abbiamo conosciuto nel
secolo scorso e di rimanere custodi attenti della speranza che proprio Anna
Frank ha coltivato nel buio della segregazione che ne ha preceduto la morte.
La giovane ragazzina ebrea sentiva “avvicinarsi il
tuono che distruggerà anche noi”, ma guardando “il cielo lassù”, riusciva a
pensare che “tutto tornerà a posto, che questa crudeltà avrà fine e che
ritorneranno la pace e la tranquillità”. Parole che continuano a provocare
brividi di emozione. E interrogano oggi la nostra coscienza di cittadini.
Siamo tutti più poveri senza quella memoria, più
esposti allo scandalo della violenza e della discriminazione, incapaci persino
di contrastare la banalizzazione del male. Quella stella di David, che era
stata cucita sui poveri indumenti degli ebrei nei lager nazisti a segnare lo stigma
dell’odio, è anche la stella di tutti noi.
Ps. In precedenza è stato qui pubblicato un testo di Gianantonio Tassinari, che l'autore, a seguito del lavoro di editing sul pezzo, ha ritenuto non rispondente al suo pensiero. Scusandoci per l'inconveniente, si è ritenuto di dover togliere dalla pubblicazione il testo in questione.
Ps. In precedenza è stato qui pubblicato un testo di Gianantonio Tassinari, che l'autore, a seguito del lavoro di editing sul pezzo, ha ritenuto non rispondente al suo pensiero. Scusandoci per l'inconveniente, si è ritenuto di dover togliere dalla pubblicazione il testo in questione.
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