di Laura Maria Di Forti
(Presentazione di Angelo Perrone)
(ap) Il proverbio di oggi: “Tra i due litiganti il terzo gode”. Non si
è mai soli neppure nei litigi. Chi beneficia dei contrasti altrui?
La tradizione popolare italiana
si è sempre espressa con proverbi e modi di dire, rimasti poi nella memoria
comune. Oltre le apparenze, non sono una ingenua semplificazione della realtà
con cui ci confrontiamo ogni giorno. Molto di più, uno sforzo per riflettere e
capire. E magari scovare il bandolo della matassa.
Interpretano sentimenti
diffusi, traducono in poche battute concetti complicati, tramandano una
saggezza solo apparentemente spicciola, qualche volta sono persino di aiuto per
suggerirci le mosse opportune. Ci hanno consolato, ammonito, contrariato. Ce ne
siamo serviti per affrontare momenti difficili e uscire da situazioni scabrose.
Già pubblicati: Il mattino ha l’oro in bocca, Non
dire gatto se non ce l’hai nel sacco
Senza
pensieri
seduto
su una panchina
me ne
stavo mezzo addormentato.
Gli
occhi quasi chiusi,
sentivo
in lontananza fischiare un treno,
uno di
quelli che passano veloci e,
in un
batter di ciglia,
già li
hai dimenticati.
Venne
un passerotto
e
proprio davanti a me
una
mollica trovò.
Stava
quasi con il beccuccio divorandola
quando
un altro passerotto a lui davanti si parò.
Fu così
che la preda ambita in nemici li trasformò.
Si
azzuffarono allora, alzando le ali
di
impaurire l’altro ognuno cercò.
E
mentre i due passerotti si azzuffavano,
un
terzo uccellino,
piccolo,
spennacchiato,
del
prelibato bocconcino si impadronì,
lasciando
i due litigiosi contendenti
senza
mollica e senza onore.
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