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domenica 14 febbraio 2016

Sonia Scarpante: l'arte che salva la vita

di Marina Zinzani

"La poesia ci cura quando la sentiamo libera di esprimerci; ci può spingere verso quella trascendenza in cui è facile sentirsi persi. La malattia  di cui soffre l'umanità oggi è spesso inafferrabile, non definibile. Si cela sotto le sembianze di un corpo che presenta zone nere, parti lese ed offese, mentre l'anima si interroga sul senso di quel corpo toccato. Ma la sappiamo sentire quell'anima che grida? L'interiorità indugia e non si sana finché non si libera nella sua massima espressione." (Sonia Scarpante, Non avere paura, Ed. San Paolo, 2010).

Le parole di Sonia aprono le porte ad una visione dell'arte, nelle sue molteplici forme, come cura, conforto, nutrimento. Sono parole che suggestionano ricordi: quella sensazione strana, parente della verità, che si è provato ascoltando dei versi, parole che sono entrate dentro il cuore e non sono più andate via. Possono essere parole anche di una canzone, a volte è labile questo confine.
L'arte che cura si può manifestare in tante evidenze, come la medicina che fa stare subito meglio, ridando vigore al malato, improvvisa luminosità al suo aspetto: è il volto di una donna raffigurato in un quadro, ritratto che fa percepire umori,vaghe realtà di quella donna dipinta, quasi una partecipazione alla sua vita. Magia. 
E la magia si avverte anche quando le luci si accendono alla fine di un film e ci si asciuga gli occhi, o si entra così in sintonia con i personaggi di un libro che si sente quasi un'assenza, quando il libro è finito e loro sono evaporati. Anche qui il potere della parola di alleviare, di nutrire, come di dare acqua ad un'anima assetata.
Arte e ricerca della bellezza: fa pensare che i Greci, con le loro bellissime statue, avessero capito molto. Bisogna andare alla ricerca della bellezza, attraverso le parole, le immagini, il suono di una musica: staremo subito meglio e quella sarà una giornata lieta.

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