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sabato 7 ottobre 2017

Come una canzone

L’attesa e le delusioni: il vento che allontana i tradimenti e porta con sé la voce delle anime

di Marina Zinzani

Disse Grazia Deledda (1871-1936) al ritiro del premio Nobel nel 1926:  Ho vissuto coi venti, coi boschi, colle montagne. Ho guardato per giorni, mesi ed anni il lento svolgersi delle nuvole sul cielo sardo. Ho mille e mille volte poggiato la testa ai tronchi degli alberi, alle pietre, alle rocce per ascoltare la voce delle foglie, ciò che dicevano gli uccelli, ciò che raccontava l’acqua corrente.
Ho visto l’alba e il tramonto, il sorgere della luna nell’immensa solitudine delle montagne, ho ascoltato i canti, le musiche tradizionali e le fiabe e i discorsi del popolo. E così si è formata la mia arte, come una canzone, o un motivo che sgorga spontaneo dalle labbra di un poeta primitivo.”
Le speranze tradite. Le attese deluse. La rincorsa ad una situazione, un evento, la goccia che si posa su una mano, goccia miracolosa: quando tutto svanisce, rimane il silenzio.
Il vento e i luoghi di chi aveva vissuto raccogliendo la voce di anime. Una casa e una lapide. Il tempo andato.  Foglie secche per terra. Autunno e i colori caldi, le caldarroste.
Un girotondo di impressioni, le attese di tutti, speranze. Ma se c’è una casa accogliente da qualche parte, o nel proprio cuore, nulla è perduto.

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