Pagine

mercoledì 8 gennaio 2025

La vita affidata alla culla termica

(Da Repubblica)
L’abbandono del bimbo di Bari e l’inadeguatezza del sistema assistenziale

(Angelo Perrone) Un piumino smanicato sopra una tutina verde militare non è bastato a salvare la vita del neonato di 4 chili e 200 grammi lasciato da sconosciuti in una “culla termica” presso la parrocchia san Giovanni Battista di Bari.
I sensori non hanno funzionato, e non sono scattati gli allarmi. Il bimbo è stato trovato morto. Sono in corso le indagini, perché non si sa praticamente nulla. L’identità del bimbo e di chi l’ha abbandonato, tanto meno se il bimbo fosse ancora vivo al momento dell’abbandono, o fosse già morto.
In un frangente che solleva tante domande e scuote le coscienze, qualcuno non ha dubbi. È il parroco della chiesa presso cui si trovava la culla termica. Don Antonio Ruccia ha prima sostenuto che «qualcuno ha “giocato” con la vita di un bambino». Quindi, rivolto a chi ha abbandonato il bimbo, ha aggiunto «forse si poteva salvare, ma dobbiamo perdonare».
Infine, non avvedendosi della scivolosità dell’argomento, ha detto di «credere che il bambino sia stato portato qui privo di vita: forse la mamma del piccolo ha voluto “garantirgli” un funerale». Chissà perché ne sia tanto convinto.
Di ben altro tenore l’osservazione del vescovo della città, Giuseppe Satriano: «tutti convolti» per questa «vita abbandonata nell’indifferenza». C’è qui una responsabilità collettiva e non solo individuale, se rispetto alla situazione materiale dei singoli, e alle loro difficoltà, manca un sistema di protezione sociale.
L’episodio ha rivelato un mondo probabilmente sconosciuto ai più, sul quale riflettere. È quello appunto delle cosiddette “culle termiche”, di fatto incubatrici destinate ad accogliere neonati in forma anonima e, si dice, sicura. 
Sono strutture complesse, locali appositi, protetti da inferriate, cui si accede premendo un pulsante che apre una tapparella per il tempo necessario a lasciare il neonato nell’incubatrice. Presso ospedali, associazioni, parrocchie.
È significato il cartello che a Bari lo indica. «Se sei in una situazione difficile, e non riesci a prenderti cura del tuo bambino, lascialo nella culla termica».
L’invito propone una soluzione che prescinde dal ricorso all’assistenza sanitaria e assistenziale. Semplificando e forse banalizzando si tratta di un “fai da te” che teorizza la rinuncia all’aiuto sanitario. Magari nel singolo caso serve a salvare una vita e perciò è comunque prezioso, ma certo si accompagna all’amarezza di una colpa sociale. 
Non hanno un protocollo unico di funzionamento, né esiste una legislazione in materia. È un circuito estraneo alla sanità pubblica, più esposto al rischio, come nel caso di Bari, del guasto, malfunzionamento, errore, chissà. Queste iniziative volontarie sono mosse dal proposito lodevole di «raccogliere scarti della vita», come dice il vescovo, ma usano mezzi inappropriati.
Salvare la vita di qualcuno è comunque un grande merito, come avvenuto in precedenza nel 2020 e nel 2023 presso la stessa struttura con i piccoli Luigi e Maria Grazia. Ma rimangono perplessità e interrogativi. Questi casi mostrano l’insufficienza del nostro sistema pubblico, mai come ora a corto di risorse e personale per la trascuratezza della classe politica. E si corre il rischio di mascherare il problema della responsabilità sociale e della consapevolezza individuale.

martedì 7 gennaio 2025

Foglie

di Maria Cristina Capitoni

Nasconde il suo silenzio 
dietro un fruscio di foglie morte 
che rimangono appese nonostante il vento 
un lamento di pezzi di vetro 
che oscillano a tempo 
cullando il cuore 
in un sogno breve
la neve cancella ogni traccia 
di sé.

lunedì 6 gennaio 2025

Quando cala il sipario, Maria Callas

di Marina Zinzani

Quando il sipario cala, quando si tolgono gli abiti di scena, quando finiscono gli applausi, quando la leggenda di una diva si trasforma nella vita di una donna rinchiusa in un appartamento di lusso a Parigi in compagnia solo di due domestici e dei suoi cani, con tante medicine e ricordi, in un passato che torna con visioni che alterano la realtà: il film “Maria”, con la regia di Pablo Lorrain, racconta un viaggio nell’ultima settimana di vita di Maria Callas, morta il 16 settembre 1977 a soli 54 anni.

sabato 4 gennaio 2025

Caccia al virus

(Angelo Perrone) L’incidente è piccolo, persino insulso e inutile, e rimediabile. Eppure significativo.
Arriva una mail di Google che annuncia l’annullamento di un certo post sul sito di Pagine letterarie. È “Critica liberale – Articoli di Angelo Perrone”.
Motivo? La «violazione delle norme contro malware e virus». La mail è spam, evidente. Che lo stesso Google avrebbe dovuto deviare nell’apposita cartella, ma non lo fa.
Il malware, dunque il virus, è una nefandezza. Da Wikipedia: Termine generico che indica qualsiasi software malevolo e intrusivo a scopo di lucro. Ma non rende ancora l’idea.
È ogni programma che danneggia altri utenti, carpendo informazioni private o commerciali, e agendo per ottenere un profitto, ricattare le vittime, estorcere denaro.
L’accostamento a quel post fa sorridere se si è in vena, altrimenti irrita. Quel post era (è) un semplice elenco di titoli di articoli di riflessione culturale, pubblicati, dal 2018 al 2024, su una rivista di analisi politica, appunto Critica liberale, serissima e di antica tradizione democratica. Oltre tutto, gli stessi articoli sono stati volta a volta ripresi e pubblicati su Pagine letterarie, con i link di riferimento.
Prima di andare oltre, cestinando la mail come spam, capita di tornare su quel post incriminato. La scoperta: cancellato veramente. Lo spam rivela infinite ombre. È anonimo quanto alla fonte e indeterminato nei contenuti. A firma Google, certo, ma è come dire: chissà chi, in che modo. Quanto ai contenuti: perché quel post? Mistero, e impossibilità di saperne di più.
La mail – a prova di correttezza e trasparenza – è aspecifica nelle ragioni, e non consente interlocuzioni, non ammette risposte. Si lascia spazio solo a eventuali “rivendicazioni in tribunale”. Ma come si può contestare ciò che non viene nemmeno precisato e/o argomentato? 
Lo scrittore famoso ci scrisse, su questa materia surreale, Il processo, a ragione il suo capolavoro. Poi, in dibattiti e tavole rotonde, si discute dottamente di algoritmi e di intelligenza artificiale. Si parla dei rischi di rinunciare all’umano. In ballo il buon senso, la comprensione delle cose e l’intelligenza. Ma non serve andare troppo lontano. Basta guardare più vicino a noi.

***

Primo post scriptum. Nello stesso istante della sua pubblicazione, ore 7 del 3 gennaio, l'algoritmo ha annullato questo post. In allegato, c'era l'elenco degli articoli su Critica, che proprio non gli va giù.

Secondo post scriptum. Andate a vedere le norme della community. E' aperta la caccia al virus.

Quando il colpevole è l'altro

di Marina Zinzani

“Incolpare gli altri dei propri mali è tipico di chi non ha educazione filosofica.” (Epitteto)

È colpa sua. È colpa dell’ambiente. È colpa dell’educazione avuta. È colpa di chi ha approfittato di un momento di debolezza, di fragilità, di crisi. 
Cercare la causa del proprio malessere implica spesso uno sguardo all’esterno, a cosa è intervenuto e ne è stato responsabile.

giovedì 2 gennaio 2025