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martedì 31 dicembre 2019

Segreti di famiglia

Possono essere tanti i segreti in famiglia, per esempio a proposito del rapporto tra genitori e figli. Ci sono delle preferenze? Amori che contano di più?

di Marina Zinzani

Il segreto che non si può rivelare. Mimetizzare la cosa. Negare, se necessario. Interrogarsi, anche. Venire a patti con le proprie debolezze. Cercare il meglio, e non doversi sentire in colpa per questo. Sentirsi umani, non infallibili. E comunque seguire il cuore, non sentirsi sbagliati. L’importante è negare, per non creare complicazioni e discussioni a non finire. Comprenderne i motivi, in silenzio. Che la cosa resti in silenzio.

Tra i due litiganti il terzo gode

di Laura Maria Di Forti
(Presentazione di Angelo Perrone)

(ap) Il proverbio di oggi: “Tra i due litiganti il terzo gode”. Non si è mai soli neppure nei litigi. Chi beneficia dei contrasti altrui?
La tradizione popolare italiana si è sempre espressa con proverbi e modi di dire, rimasti poi nella memoria comune. Oltre le apparenze, non sono una ingenua semplificazione della realtà con cui ci confrontiamo ogni giorno. Molto di più, uno sforzo per riflettere e capire. E magari scovare il bandolo della matassa.

lunedì 30 dicembre 2019

Il risveglio di Ranieri

A Gèsoli, l’immaginario paese sardo dove viveva Nonna Annetta, c’erano le stelle in cielo quando  Ranieri si svegliò e cominciò a riflettere

di Bianca Mannu
(Tratto dal libro Da Nonna Annetta, ed. La Riflessione, 2011)

Nelle case dei poveri la festa ha vita breve, perché i bisogni diventano subito perentori. Anche Ranieri s’era messo di nuovo ad armeggiare dentro la loggetta del forno per un rapido inventario. “Da questi catorci non puoi cavarci niente”, si disse. “Da domani, marsch!” E cominciò a stendere il sego sugli scarponi e a valutarne lo stato. Sarebbe stato meglio possederne un paio di ricambio.

domenica 29 dicembre 2019

E' vita

Storie di anziani insieme. Il tempo che è ricordo, chiacchierata, sorriso. A passo lento

di Giovanna Vannini

Il bello della vita è la vita. Non sai come sarà, quanta ne avrai in dotazione, quali scelte ti metterà di fronte, quali e quanti salvataggi ti offrirà. Nelle attese in consegna, nelle speranze in crescita, nel passato vissuto, nel futuro non immaginato.

sabato 28 dicembre 2019

Il bandolo e la matassa aggrovigliata

Scrivere è un  “gioco” per conoscere la realtà e scoprire il mondo. Ma nella letteratura, i risultati non corrispondono sempre alle intenzioni. Meglio parlare dello stile?

di Davide Morelli

Per cosa si scrive, indipendentemente dal risultato? Per sfogo oppure per diletto. Per cogliere degli stati di animo o per fare delle istantanee della realtà. Per sublimare gli impulsi sessuali o il proprio disagio esistenziale. Per lasciare una traccia. Per conquistare una ragazza. Per diventare famosi. Per fare soldi. Per sbarcare meglio il lunario. Oppure per mettere ordine al proprio disordine o al disordine del mondo. Ognuno ha il suo motivo o i suoi motivi.

venerdì 27 dicembre 2019

Arcobaleno

Arcobaleno a Pisa (foto ap)
La pioggia scrosciante prima dell’arcobaleno: ognuno attraversa la fatica per inseguire i propri sogni

di Marina Zinzani

“Se vuoi trovare l’arcobaleno, devi sopportare la pioggia” (Dolly Parton).
Balla ballerina, balla anche se i piedi ti fanno male, anche se la fatica ti farà chiedere a volte se questa è la strada giusta, la tua strada. Studente con tanti sogni, studia, prendi la laurea, persevera in ciò che vuoi fare, insegui il tuo progetto e non stare ad ascoltare chi ti dice che il mondo va in un certo modo, che vanno avanti sempre i raccomandati.

giovedì 26 dicembre 2019

Non dire gatto se non ce l'hai nel sacco

di Laura Maria Di Forti
(Presentazione di Angelo Perrone)

(ap) Il proverbio di oggi: “Non dire gatto se non ce l’hai nel sacco”. Quando si può cantar vittoria? Attenzione alle cose difficili ed imprevedibili.
La tradizione popolare italiana si è sempre espressa con proverbi e modi di dire, rimasti poi nella memoria comune. Oltre le apparenze, non sono una ingenua semplificazione della realtà con cui ci confrontiamo ogni giorno. Molto di più, uno sforzo per riflettere e capire. E magari scovare il bandolo della matassa.

Incisioni

La perdita, il ricordo che rimane

di Davide Morelli

Resta solo un numero nell’agenda.

Il tempo sbiadisce, ossida tutto.

Voglio credere nell’ultraterreno,

nella dimensione immateriale.

Resta un’incisione nella memoria,

un fregio intagliato nel cielo.

mercoledì 25 dicembre 2019

Altri pranzi

Nei giorni di festa, ci si riunisce numerosi intorno ad una tavola: un pensiero a chi non ha famiglia e a quanti non lo dimenticano

di Marina Zinzani

“Non esiste modo migliore di gestire la propria vita se non toccare la vita di un altro, con amore e un sorriso”(Og Mandino).
Ci sono addobbi, vetrine sfavillanti, alberi di Natale originali, il pensiero dei regali, il cibo in abbondanza, le tradizioni da rispettare. C’è un Natale in cui ci si ritrova in famiglia, un momento particolare in cui si sottolinea l’importanza di un nucleo.

Uccelli di passo

di Bianca Mannu
(Commento di Angelo Perrone)

(ap) Sono animali abituati a migrare da un luogo all’altro, gli uccelli di passo, lo fanno per sopravvivere e stare meglio. Trovare il luogo adatto dove riprodursi, svernare. Semplicemente, vivere. Sono così per natura e la definizione racchiude un destino.

Tra i mercatini di Natale

Mercatini di Natale, Bolzano (foto Elfrun Kafmann)

martedì 24 dicembre 2019

Auguri a tutti noi

Clima di feste e di auguri: un’esortazione a vedere le cose in modo positivo. Perché la vita è comunque bella e preziosa

di Laura Maria Di Forti

Auguri di serenità, perché nella quiete si sentono palpitare i cuori; di gioia, perché la vita senza risate è come una pietanza senza sale; auguri di benessere, perché la miseria non piace a nessuno; di buoni proponimenti, perché avere degli obiettivi da portare avanti mantiene giovani.

Al cinema, "La dea fortuna"

La stanchezza della routine, gli eventi che sconvolgono gli equilibri. L’umanità dolente che ritrova nell’amore la forza di reagire

di Marina Zinzani
(Commento al film La dea fortuna di Ferzan Ozpetek)

I rapporti stanchi e la capacità di innamorarsi ancora della stessa persona. Un sentimento espresso così poco a volte, talmente così poco che arriva a perdersi. La capacità di andare oltre ciò che sarebbe giusto fare, in nome di qualcosa di più alto.

lunedì 23 dicembre 2019

Il Presepe, la sorpresa del mistero

Il Presepe racconta una tradizione che in duemila anni si è arricchita di significati, continuando a suscitare interesse. Attraverso la magia delle luci e delle scenografie, si tramanda la bellezza di una Storia che desta ancora stupore

 (ap *) La scena? Il Presepe ha una composizione semplice, di pochi elementi, ma ben assortiti. Innanzi tutto, una capanna, esposta al gelo, perché quell’anno, oltre venti secoli fa, fu particolarmente rigido. A rendere l’idea del freddo, va bene anche una grotta, che è ancora più nuda ed esposta alle intemperie. O una delle sue possibili varianti, suggerite dalle vicissitudini moderne: un edificio diroccato, un vecchio sottoscala, una fabbrica abbandonata, qualsiasi anfratto naturale o meno, utilizzato come rifugio da sventurati senza tetto.

Il mattino ha l'oro in bocca

di Laura Maria Di Forti
(Presentazione di Angelo Perrone)

(ap) La tradizione popolare italiana si è sempre espressa con proverbi e modi di dire, rimasti poi nella memoria comune. Oltre le apparenze, non sono una ingenua semplificazione della realtà con cui ci confrontiamo ogni giorno. Molto di più, uno sforzo per riflettere e capire. E magari scovare il bandolo della matassa.

domenica 22 dicembre 2019

Chiacchiere con uno sconosciuto

Poche ore per una passeggiata a Firenze, lo strano incontro con uno sconosciuto

di Davide Morelli

Mi cambio. Mi metto dei jeans sgualciti. Mi infilo la prima maglia che trovo nell’armadio. Mi metto i calzini. Mi infilo le scarpe. Me le allaccio. Vado subito in bagno. Sono tutto spettinato. Apro il rubinetto. Mi bagno le mani. Mi passo un po’ d’acqua nei capelli. Mi pettino. Mi guardo allo specchio. Osservo attentamente le mie rughe e la mia calvizie. Il mio volto è un poco pallido. Non sono più un ragazzo: ho quarantacinque anni ormai.

venerdì 20 dicembre 2019

La mia altalena

Il proprio mondo come un piccolo regno: quali i confini?

di Maria Cristina Capitoni

Devi restringere il tuo regno
sì che da un cantone all’altro
trascorra meno tempo
così facendo anche
l’orizzonte è più vicino
e il tuo presente
altalena tra passato e futuro,
meno assente.

Dopo una notte di dormiveglia

Il sottile confine tra la luce e la notte, ci si immerge nei fondali finché dura il fiato. Per stare poi meglio a galla

di Giovanna Vannini

Non c’è nessuna linea tra la vita e la morte, nessuna distanza o distacco. E’ un intrecciarsi vicendevolmente. Esserci non esserci, siamo qui quelli che siamo, siamo lì quelli che in un’altra dimensione stanno. Si vedono volti, si sentono voci, si recepisce presenza, basta solo essere predisposti all'ascolto.

mercoledì 18 dicembre 2019

Realtà immaginarie?

Il cliente sbronzo di un bar, un biglietto trovato in una giacca ritirata dalla lavanderia, e persino i fiocchi di neve: nulla in comune? Il difficile rapporto tra l’ordine e il disordine. E qualche spunto per la scuola

di Davide Morelli

In definitiva la matematica esiste per contare, per misurare ed anche per dimostrare. Per i formalisti i numeri non sono altro che simboli. Ma la matematica può essere rivelatrice di qualcosa di più profondo inerente l'esistenza. Nel romanzo di Musil I turbamenti del giovane Törless, a proposito dei numeri immaginari il protagonista dice: "Questa unità non esiste. Ogni numero, positivo o negativo che sia, elevato al quadrato dà una quantità positiva. Dunque non può esistere un numero reale che sia la radice quadrata di una quantità negativa".

La deriva

Bisogno impellente di denaro: il benessere distorto

di Marina Zinzani

Si leggono di cose
di fatti
di gioventù bruciate
e di strade malsane
per avere denaro
facile denaro
mentre un altro soffre
cresce quel denaro

martedì 17 dicembre 2019

Eroi moderni

Gente famosa, e persone comuni che operano in modo discreto, silenzioso. Con coraggio. Accanto a noi

di Marina Zinzani

Gli eroi moderni
restano in silenzio
in disparte
vivono le difficoltà a testa alta
non temono
resta nel chiuso di una stanza
la loro inquietudine
continuano in un progetto, uno scopo

lunedì 16 dicembre 2019

Lisbona, luogo di approdo e partenza

Sulle orme di grandi poeti come Fernando Pessoa e Josè Saramago, il fascino segreto di Lisbona. A passeggio nei vecchi quartieri del Baixa, del Chiado e dell’Alfama, con il sottofondo delle note struggenti del Fado e il profumo di mare e sardine fritte. Le sponde del fiume Tago e la vista dell’oceano, mentre il vento fa sospirare: il sentimento strano della “saudade”

(ap) Girava senza meta per le strade, fermandosi agli angoli dei vicoli, raccogliendo idee, più raramente prendendo appunti: semplicemente respirava a pieni polmoni quell’atmosfera speciale. Si intuisce il modo di trascorrere le giornate di Fernando Pessoa, leggendo le parole del suo scrivano, Bernardo Soares, che, per rendere l’idea, ha intitolato Diario dell’inquietudine la strana mescolanza di finzione e realtà che gli è servita per raccontarne la storia e il suo perenne girovagare in città.
L’uomo, a Lisbona, lo si poteva incontrare ovunque da quelle parti, dalla Baixa al Chiado. Ma era soprattutto nel reticolo stretto dell’Alfama che imbattersi in lui doveva essere facile. Avvicinarlo con una scusa, chiedergli un’informazione fingendo di non riconoscerlo, con la speranza che, anche solo per un piccolo tratto, facesse da guida. Questo, il progetto molto alettante.
Il pericolo era che, essendo così appartato e discreto, si smarrisse tra tutta quella gente, turisti o lisbonesi, che la mattina riempie le strade strette o i piccoli tram gialli. Ma lui era inconfondibile, sempre uguale a sé stesso. Esile e svelto, vestito di nero con il cappello dall’ampia falda sulla fronte, i baffetti ben curati: e gli occhialini di metallo a far risaltare ancora di più lo sguardo, insieme dolce e curioso. Uno strano intreccio di malinconia e attenzione.
Meglio essere pronti: poteva accadere già alle prime luci del giorno di vederlo all’improvviso, quando il sole comincia a riflettersi sulle ceramiche colorate che adornano le vecchie case del centro. E’ allora che i dettagli più sfuggenti della città tornano a brillare. E a sorprendere.
Una miriade di colori che, ricordava appunto Fernando Pessoa attraverso il fedele Soares, non si trova l’eguale nella campagna o nella natura. Possibile? Neppure i fiori possono gareggiare con quel magico cromatismo che si vede ovunque? In effetti già il tepore dei primi raggi trasmette serenità e disincanto. Quando il sole è più alto, la luce sa infondere un senso speciale di tranquillità. E rende maestosa l’irregolarità delle viuzze cittadine.
Si è portati a dimenticare, trascorrendovi le giornate, che i sette colli su cui Lisbona è costruita si tuffano nel fiume Toga, e sono esposti al vento dell’oceano. Una città sull’acqua, tra fiume e mare, quasi da ogni parte. Destinata in ragione della posizione ad accogliere gente dedita alle scoperte e pronta sempre a muoversi. Ma non così oggi, e sicuramente allora, quando a percorrere le stradine dei quartieri più vecchi era proprio lui, l’omino sempre vestito di nero, come lo ritraggono foto e disegni in ogni angolo della città.
Solo la memoria conferma che un tempo la vocazione del luogo doveva essere altra. I suoi abitanti si sono sempre spinti verso altre mete, assai distanti, fossero in America del sud o in Oriente, sospinti da uno spirito di esplorazione e commercio, piuttosto che da ragioni di conquista. Posta sul lembo più occidentale d’Europa, troppo in là si direbbe per trovare una ragione d’essere nell’entroterra continentale, la posizione la portava a guardare sempre altrove, ancora più ad ovest.
Non è la fine dell’espansionismo coloniale a dar corpo a un diverso sentire. Semmai lo fa risaltare ancora di più. E’ sempre stato presente il sentimento di lontananza e distacco, nostalgia e separazione. Un dolore certo, ma latente, non acuto, quasi stratificato e allontanato da sé, persino elaborato e trasformato in altro. Un sottofondo che proietta altrove. E che accompagna ognuno, come le note struggenti del fado.
Mentre si passeggia per le vie, quella musica accoglie il visitatore: proviene dalle porte aperte dei locali e dalle finestre delle case, mentre musicisti di strada improvvisano brevi suonate o cantano le loro canzoni. L’atmosfera, al chiaro di luna, si permea di nostalgia e struggimento, ma è difficile trovare le parole giuste per raccontarla: si finisce per indicare il sentimento dei portoghesi con il termine di “saudade”. Dai molti significati.
Accade la magia per cui il sorriso triste dell’anima è capace di rendere vivi, piuttosto che destare frustrazione o sconcerto; non contano soltanto i ricordi e la nostalgia del passato, che pure sono presenti, ma un sentimento più complesso e pieno di sfumature. Sorprende, ma accade. Del resto è possibile che le nuvole più fitte si aprano improvvisamente all’azzurro, e la brezza marina possa essere lieve e delicata.
A dispetto del traffico e dei rumori di una città moderna, sembra di avvertire in giro una tranquillità sorprendente, persino rasserenante. Forse, a segnare lo stato d’animo, non conta soltanto il ricordo di ciò che si è perso o non si è proprio vissuto, ma lo struggimento per quanto dovrà ancora accadere: non sappiamo se sapremo coglierlo o se ci sfuggirà.
Tutto, nelle viuzze cittadine, ricche degli odori di baccalà alla brace e di sardine fritte e animate da canti di strada, nelle architetture antiche, negli edifici ricostruiti dopo il terremoto del 1755, racconta il passato. Ma molte cose sembrano anche spingere verso il futuro, in cui tutto potrà accadere. Non sappiamo prevederlo però, né possiamo dire quello che ci sfuggirà.
Impossibile non avvertire, su questo stato d’animo, la suggestione del mare, di quella dimensione naturale così estesa ed avvolgente su cui la terra affaccia. Anche la vita quotidiana sembra proiettata verso l’avventura, di cui il mare è simbolo. Serve a ricordare che un nuovo viaggio attende ciascuno ancora oggi, come già era accaduto per uomini e donne di un tempo. Magari diverso per natura e destinazioni, ma sempre incerto e affascinante. I ricordi ricorrenti del passato diventano sfuocati, perché attraversati da una nostalgia diversa, che guarda verso il futuro.
Cambia l’oggetto del sentimento: non più il passato ormai concluso, ma il divenire che deve accadere. Si può viverlo come attesa certo, ma qui è percepito come assenza e forse smarrimento. Matura lo struggimento per ciò che deve ancora succedere, e non si sa se ci sarà concesso vivere o ci sfuggirà per sempre. Sarà forse di fantasia, come temeva Josè Saramago, il sospiro costante rivolto verso il futuro, che porta con sé timori e speranze. Ma non c’è luogo dell’anima che sia, come questo sentimento rivolto al domani, più saldo e radicato nel cuore.

(Lisbona, dicembre 2019 - foto ap)

domenica 15 dicembre 2019

Una città da vivere

Il lavoro precario, il bisogno di evadere, la ricerca di uno svago: dove vivere? E soprattutto come?

di Davide Morelli

Entrarono in cucina. Una cucina con un rivestimento dalla pavimentazione insolita nella nostra zona: il parquet. C’era molto disordine. Nel lavello c’era un marasma di stoviglie accatastate: c’erano scodelle sporche di sugo di ragù, mestoli e posate sporche, una teglia incrostata. Giorgio aprì l’anta per prendere un piattino. Il rubinetto sgocciolava. Probabilmente sgocciolava, perché si era rotta la guarnizione.

Rivelarsi

Mostrarsi per come si è: c’è un momento in cui questo può accadere

di Maria Cristina Capitoni

Solo al presente l’anima
si svela completamente
mostrando il cuore
sepolto da un cumulo
di polvere e dolore
pesante quanto
il tempo trascorso
dall’ultimo pianto.

sabato 14 dicembre 2019

Altrove

La ragione ci spinge in un territorio sconosciuto, dove si perdono le tracce del quotidiano: eppure è come se fosse impossibile cancellarle dalla nostra vita

di Emily Dickinson
(Commento di Bianca Mannu)

(bm) Tra ragione e natura, Emily Dickinson propende per la seconda. Il domani è scommessa e rischio, ma la natura ha una sua logica interna non contestabile. La soluzione più saggia? Lasciare ch’essa si compia. Ma nel mondo quella stessa natura è spesso stravolta. La poetessa ne è consapevole. Ogni punto di vista non può avere alcuna pretesa di assolutezza.

venerdì 13 dicembre 2019

Tempi di attentati

Contatti, preparativi, arruolamenti. Tra logge segrete e gruppi terroristici. Storie di persone, dietro gli attentati

di Davide Morelli

Si era preso una pausa di due giorni. Voleva osservare come era cambiata Padova dai suoi tempi. La cosa che lo interessava di più non era apprezzare la bellezza della città. Non gli importava della bellezza della Basilica di Sant'Antonio o della Cappella degli Scrovegni. La cosa che lo interessava di più era ritornare in certi luoghi a lui cari e vedere come il tempo aveva cambiato la fisionomia delle cose.

giovedì 12 dicembre 2019

12 dicembre 1969

Un popolo di volti (ai funerali di piazza Fontana) di Ernesto Treccani
Piazza Fontana a Milano: tanti volti, non solo  di vittime. La partecipazione di tanti al momento di dolore. E all’indignazione

di Marina Zinzani

Se una persona va in una banca e poi non torna più a casa
se dei bambini diventano adulti in un attimo attraverso un dolore lancinante
se i tentacoli velenosi del male colpiscono persone che non vedranno più i loro cari ma li dovranno riconoscere in un letto d’ospedale

Natale, la passione per gli addobbi

Natale, la magia di una festa senza età.

di Laura Maria Di Forti

Chi non conosce il Natale? Per i credenti ricorda la nascita di Gesù, ma anche gli atei, gli agnostici, i distratti e quelli che tutto l’anno pensano solo a sé stessi, almeno nel periodo natalizio, cercano di essere migliori.

mercoledì 11 dicembre 2019

Fado

Musica di strada a Lisbona (foto ap)
Note e voci struggenti. Il senso di nostalgia

di Marina Zinzani

Il fado si accende la sera
malinconia
lamento
ti prende per mano
e ti mostra i colori della nostalgia
le anime silenziose
le nostre anime.

Volontari di notte

Il volontariato ha tanti volti: le immagini del bene

di Marina Zinzani

Di notte, su un’ambulanza
di notte nella città deserta, sotto i portici
giacigli improvvisati, figure informi
una tazza di tè, una parola, una coperta
fa freddo
solitudine
sollievo.

Sguardo muto

Il dolore che si esprime con un cenno. Uno sguardo

di Maria Cristina Capitoni

Perché quel pianto in gola
che allora non capisti
adesso ancora
ti interrompe la parola?
Non ti esprimi
che in un cenno della mano
circolare
spettatore muto
dell’altrui dolore

lunedì 9 dicembre 2019

Compagni

La buona compagnia dei libri

di Marina Zinzani

Cercare nei libri delle risposte
compagni per una sera
luce sulle pagine
le parole sono dentro di noi
risuonano
nutrono.