Post

Visualizzazione dei post da dicembre, 2015

L’anno che verrà

Immagine

La luce oltre il buio

Immagine
di Marina Zinzani Candido è il filo di perle sul collo bellezza gentile  che si accompagna ad un giorno felice luce che si posa sul viso di una donna raffinata. Ha una storia quel filo di perle

Uomo dal popolo

Immagine
di Giovanna Vannini Papa Francesco, un “Uomo del popolo preso in carico da Dio”. Così mi piace definirlo. Mai avrei immaginato di ritrovarmi a scrivere di un Papa. Mi ci hanno spinto i suoi modi casarecci, il suo andare in tonaca bianca sprovvisto di orpelli a zonzo tra la gente, dispensando abbracci non da Papa, appoggiando sulle ginocchia, come un nonno, ogni infante che trotterellando gliene faccia richiesta,

Colori di Sardegna

Immagine
(Vignola, Sardegna) (Vignola, Sardegna)

Mendicante a piazza San Babila

Immagine
di Paolo Brondi Tratto da La vita spezzata (ap) Possono essere molti i motivi di una vita spezzata. La povertà e la disoccupazione, l’infelicità e la perdita della speranza, la paura della vita. Molte strade senza uscita di sicurezza, con la certezza di una frammentazione dell’esistenza. Alla ricerca di un aiuto dal prossimo sempre più lontano, come mendicante.

Da uno scoglio

Immagine
di Marina Zinzani Guardare tutto da uno scoglio velieri all’orizzonte flutti che si infrangono sulla roccia il mare in burrasca il vento freddo. Raccogliersi restare immobili diventare scoglio

Magie nelle parole

Immagine
di Marina Zinzani Le parole sono mani invisibili celate nei libri nelle persone aiutano talvolta a portare pesi a sentirci simili a qualcuno a sentirci meno soli. Hanno chiavi, le parole che sanno aprire porte segrete che fanno intravedere luci. Ma più delle parole è ciò che viene dopo, che conta: il silenzio il pensiero l’incontro con la propria anima.

Certe giornate

Immagine
di Giovanna Vannini Quante lacrime gli solcavano le guance in certe giornate. Ogni pretesto era buono perché queste potessero trovare sfogo, rovesciandosi copiose al di fuori di lui. Non le poteva fermare, non le poteva scacciare, facevano quello che dovevano e lui con loro. Faticoso era il mattino, il riprender confidenza con il mondo.

L’argilla della storia

Immagine
di Paolo Brondi Siamo spettatori di una tracotanza dilagante, da tempo, fino a farsi terrorismo, restringendo le opinioni e le scelte entro isole di egoismo e di viltà. Assistiamo ogni giorno alla diffusa insistenza dei media sulle particolarità degli individui, sulle variabili del carattere, sul fondo dei loro motivi, che, mentre risponde ai desiderio di informazione di ogni cittadino, non esclude il rischio di far affondare nell’argilla del divenire una diversa storia: quella che insegni, che spieghi più a fondo, le ragioni della svolta delinquenziale e terroristica di questo scorcio di nuovo millennio.

In viaggio verso Est

Immagine
di Laura Bonfigli Un commento a Barbone, come tra foglie d’autunno (P. Brondi, PL , 4/12/15) Chi è il barbone tra foglie d'autunno , protagonista dell'omonimo racconto di Paolo Brondi che, immerso nel chiuso dell'io, serrato nel suo guscio, impenetrabile come una monade, all'improvviso si apre ad un soliloquio che, solo nell' incontro casuale con l'altro da sé, si trasforma in colloquio, esce dal suo tempo assoluto e si misura col tempo dell’altro?

Ninna nanna

Immagine
di Marina Zinzani Ninna nanna ninna nanna la madre guarda il suo bambino è lungo la strada dei sogni colorati ninna nanna amore mio incontrerai le fate gli gnomi

Il regista dimenticato

Immagine
di Pietro Pancamo Esitò, quando il meteo tacque. L’occasione era propizia –si rese conto, spegnendo la radio–, ma la forza per attuare il “piano” (peraltro già studiato e preparato da tempo) tardò a presentarsi, lì per lì. L’anima non s’atteggiava all’ardimento, per dirla col poeta.

Quel senso del Natale che ci identifica

Immagine
(ap) Una sala ricca di festoni colorati. Il bagliore delle candele accese. Lo scintillio delle palle dorate riflesso sul verde dei rami di abete. Le statuine dei personaggi intorno alla mangiatoia di una povera capanna. I pastori, provenienti dalle lontane montagne e in cammino da giorni in cerca di una luce. Le grida allegre dei bambini di fronte allo sfavillio dei dolci e alla serenità ritrovata degli adulti. Non uno stanco rituale di fine anno, da dimenticare al più presto, smaltita la frenesia del falso riposo, ma una festa in cui, anche per chi non è credente, è prezioso il regalo reciproco di pensieri fraterni, nel ricordo delle proprie radici, di ciò che ci ha formato come persone e ha costruito la nostra storia.

Ruote per lo sguardo

Immagine
di Marina Zinzani Dedicato a chi vede il mondo da una sedia a rotelle Ruote mosse dalle mani sguardo curioso respiro e vita ruote e passi con la mente sentire.

Donna

Immagine
di Marina Zinzani Piccole storie di gente comune luci e ombre dentro le case pasti freddi e piatti fumanti panni da stirare e silenzi in cucina donna che guarda da un vetro fragilità e dubbi donna con le borse al mercato

La memoria nelle parole del viandante

Immagine
di Cristina Podestà Un commento a Barbone, come tra foglie d’autunno (P. Brondi, PL , 4/12/15) Scorrendo il testo la prima immagine che mi è venuta alla mente è stata quella di un contemporaneo nuovo Dante, perduto nella buia selva a causa del sonno della ragione. Ed infatti, anche qui, al suo fianco, si concretizza silenziosa una guida che aiuta Giorgio a capire la necessità di superare le aporie del mondo per suggerire una serena accettazione del sé.

Disciolti nel pianto quei ricordi

Immagine
di Valeria Giovannini Certi ricordi restano appiccicati addosso come cicatrici. Basta sfiorarli in superficie per avere un sussulto. E ricominciano a sanguinare. Rosa antico a rattoppare pezzi di dolore rabbia gelata per scale di sangue porta serrata a strapparti dall'amore disciolto nel pianto. Non mi avevi scordata.

Barbone, come tra foglie d'autunno

Immagine
di Paolo Brondi Era così compreso nel travaglio della sua maligna sorte e nelle sue intime figurazioni che non si era accorto della presenza accanto a sé di una strana figura di uomo. Era sopraggiunto in silenzio e si era seduto accanto a lui tutto immerso nel chiuso dell’Io. Vestito di cenci, capelli tutti arruffati e lunghi, barba folta e ispida, solo negli occhi, di un blu intenso e profondo, estremamente mobili e vivi, tradiva questa sua veste di barbone. Cominciò a parlare, come in un soliloquio, in realtà rivolto all’occasionato compagno di solitudine, dicendo: “E’ bello tuffarsi nel mare sterminato dell’avventura umana per abbracciare le onde confuse del fondo... cogliervi il fluttuare di mille destini ed intesserne poi i disegni nella propria immensa tela....”.

Un capogiro

Immagine
di Giovanna Vannini Dobbiamo tenerci stretti. Allontanarsi rende fragili, mette distanza d’animo, vento tra i corpi, freddo nelle mani. Con il buio la stanchezza. La testa macina pensieri dal risveglio prosegue fino al sonno. Inutile provare a fermarne il moto. Assecondare, condividere, starci dentro. Ci appartiene. Un capogiro a cena consumata, un vuoto allo stomaco come se non fosse sazio. Una bevanda che rinfranchi, qualcosa di dolce che coccoli. Da giorni piedi freddi nelle scarpe, occhi meno in colore, meno espressivi. “...e sabato è domani…” dice una canzone del mio tempo. Giornate lunghe di chilometri in macchina, di faccende da evadere per forza. Vorrei ridere, illuminarmi in volto, lasciarmi andare in volo…