sabato 31 ottobre 2020

Sussurri

Riconoscere la propria voce, nella mestizia del tramonto

di Giorgia Deidda

Eravamo sul pontile,
tra il viottolo ed il lungosenna.
La scarpata era ripida.
C'era una vecchia casa in rovina,
che dava direttamente sull'acqua.
Esalava un sentore di alito soffocante
e tra nave e nave
si moveva appena
qualche tremulo riflesso.

Un attimo prima

L’attesa del risveglio, alle prime luci

di Maria Cristina Capitoni

Senza dubbio
piegati a ciò che era tuo
celato dal dovere
riposa sopito il volere
in attesa del primo risveglio
non è tardi
e non è ancora persa la speranza
dissolvi le pareti in silenzio 
e disciplina
riunisci il senso alla costanza
sino alle prime luci del mattino.

venerdì 30 ottobre 2020

La mano che faceva sentire al sicuro

Sai una cosa papà? Rivedo sempre i tuoi occhi verdi e non smetto di amarti

di Cristina Podestà

Dopo 12 anni che manchi dalla mia vita, ti penso ancora più di frequente. È capitato, anni fa, che presa dal gorgo degli impegni e della vita che corre veloce e traditrice, potessi per qualche ora dimenticarti. Da allora a questa parte non è mai più successo.

Suoni

Rumori della giornata, e il silenzio che sa di ultimo brontolio

di Giorgia Deidda

Senti fuori lo scroscio dell'acqua;
un assordante rimbombo e sciaquio
che non svelano niente.
La calura del camino
mi pasticcia la faccia;
mi guardo allo specchio:
non mi sentivo di rompere quel silenzio.
Sovrappensiero un brontolio dalla cucina;

Ribellione

Le schegge impazzite e gli equilibri

di Marina Zinzani

Le bevute fino all’alba, l’allontanarsi dai genitori e da tutto quello che è regola, raccomandazione, ordine prestabilito: viaggia su questo binario il senso di ribellione da giovani, è cosa naturale, diventa mezzo per ricercare la propria strada, per dare voce al proprio individualismo.

giovedì 29 ottobre 2020

L'ambizioso

di Laura Maria Di Forti

(Angelo Perrone) Li incontriamo nella vita sociale. Qualche volta un tipo così lo abbiamo anche in famiglia. Hanno caratteristiche antiche come il mondo, che senza di loro non sarebbe così colorito. Sarebbe un errore considerarli banali, uguali, eterna incarnazione di difetti, eccessi, o vizi. Null’altro da scoprire? E se provassimo ad ascoltarli, a conoscerne la verità?
Capirne di più, senza indugiare sulle devianze caratteriali. Piuttosto dando loro la parola, e noi zitti ad ascoltare. Cos’avranno da svelarci? Per una volta possono mostrarsi da dentro, togliendosi la maschera. E’ quello che prova a fare l’autrice di questi ritratti. Cambia l’opinione su di loro?
Dopo “Il bugiardo”, “L’arrogante”, “Il seduttore”, “L’invidioso”, “Il misantropo”, ecco “L’ambizioso”.

Accontentarmi? Mai. Io miro alla vetta, al vertice, insomma guardo in alto e non a un palmo di distanza dal mio naso, come la maggior parte delle persone. 
Io sono avido di gloria, di successo, sono assetato di considerazione e di rispetto. Non mi soddisfano le mezze misure, voglio il massimo, le cose migliori, voglio essere qualcuno di importante.  
Si dice che l’erba voglio non cresca nemmeno nel giardino del re. Fandonie! Bugie belle e buone per indurre a rinunciare all’eccellenza e rimanere impantanati nella mediocrità. 
Certo, potrei fare a meno di tante cose e rinunciare a essere il migliore, ma io sento forte il bisogno di emergere. E la mia fantasia mi porta ad immaginare panorami migliori di quello nel quale attualmente mi trovo. La mia immaginazione mi conduce a ricercare una più consona sistemazione, una più corretta posizione sociale grazie alla quale potrò guardare tutti con benevolenza, felice di aver raggiunto la vetta.
Noi siamo in fondo dei passionari, ci animiamo per raggiungere l’eccellenza, cavalcare l’onda per poter arrivare in alto, guadagnare l’impossibile e toccare il cielo.
D’altronde, e di questo dovete darmene atto, senza di noi ambiziosi il mondo sarebbe ancora all’età della pietra e verserebbe in condizioni pietose. Non erano forse ambiziosi gli eroi e i condottieri, i grandi scienziati o i geni dell’arte?
Dovreste esserci grati perché se oggi il mondo è migliore, voi lo dovete a noi.

mercoledì 28 ottobre 2020

La democrazia, altra vittima del Covid

Nell’emergenza Covid è maggiore la percezione dell’inefficienza della classe politica e cresce la disaffezione verso la democrazia. Ma le alternative sono inadeguate e avventurose. E’ urgente vincere il malessere con una diversa qualità della partecipazione alla vita pubblica

(Angelo Perrone) I segnali di disaffezione verso la democrazia si moltiplicano in tempi di crisi, come questo. Lo osserviamo in questi giorni. Forse è inevitabile perché la recrudescenza dei contagi Covid solleva problemi complessi e il ritorno alla normalità è illusorio. Però è impossibile sottovalutare il malessere della gente, rischia di creare una frattura insanabile tra la società civile e le istituzioni, un pericolo per la democrazia stessa.
Il Covid ha ripreso ad accanirsi alimentando lo spettro di un nuovo lockdown ovunque, ammesso che in estate avesse rallentato la sua azione, e insieme alle conseguenze individuali (contagi o morti) aumentano anche le conseguenze sugli assetti politici. Le strutture pubbliche sono messe a dura prova, mostrano fragilità nascoste, rivelano carenze di idee e di progettualità.
La lotta al virus impone misure drastiche senza le quali non si può sperare di uscirne, ma esse  incidono sulle libertà personali e inceppano i meccanismi produttivi: la società civile è preoccupata, l’economia esangue. Le democrazie sono esposte, per la necessità di agire in fretta, al rischio di abusi autoritari, a svolte e involuzioni che comprimerebbero le libertà fondamentali.
D’altra parte, scongiurando simili timori, dovremmo almeno ammettere che il Covid ha messo in luce la gravità dei problemi irrisolti o lasciati a languire. La pandemia ha mostrato i nodi che rendono insoddisfacenti le democrazie: diseguaglianze sociali, assenza di visione per un futuro sostenibile, incertezze sul ruolo della classe politica dirigente. Se la morte non guarda in faccia nessuno, un’eccezione l’ha fatta il Covid andando a colpire di più le classi povere e disagiate, le persone fragili ed indifese. Dunque la pandemia oltre che emergenza sanitaria è per tanti versi crisi di sistema.
Non finisce qui. Oltre a questi aspetti, pur gravissimi, c’è un malcontento, che assume il volto del negazionismo, della protesta contro i divieti, dell’insofferenza verso richiami alla responsabilità. Un malessere che certamente ha manifestazioni psicologiche e individualistiche, ma che poi assurge a critica “politica”, a censura dell’operato dei governanti, a ostilità verso le istituzioni tutte in quanto tali.
L’Italia è stata lodata dall’OMS per la sua risposta all’emergenza Covid dei mesi scorsi. Eppure, nonostante l’azione del governo italiano rispetto ad altri paesi sia stata abbastanza efficace, il comportamento dei politici è accompagnato da una percezione negativa.
Eppure in America o nel resto d’Europa la situazione sanitaria è più grave. Le misure di contenimento inadeguate. L’atteggiamento della politica preoccupante. I casi più estremi e significativi, trattandosi di grandi democrazie importanti per gli equilibri mondiali, sono l’America e la Gran Bretagna.
Donald Trump, pur colpito dal virus, continua a sfidare la pandemia irridendola e minimizzandone gli effetti. Si mostra ristabilito nonostante il respiro affannato e il volto appesantito, si esibisce - immemore di precedenti sciagurati - sui balconi della Casa Bianca per rassicurare la gente. Sprezzante, senza mascherina. In modo ostentato, contro le minacce incombenti. Il corpo - vedete? ancora intatto e possente - esibito come una clava pronta ad abbattere il drago. Moderno Superman. Come se bastasse l’arroganza per sconfiggere il contagio. Perché allarmarsi? Non è peggio di una semplice influenza.
Boris Johnson, sempre più scapigliato e disorientato, gli occhi persi nel vuoto, persino angustiato da problemi familiari con la giovane consorte, è incapace di affrontare i problemi. Lo tengono d’occhio i suoi del partito conservatore, pentiti di aver sostituito Theresa May e pronti a disarcionarlo. Privo di idee, alterna decisioni contrastanti. E poco incisive. Ora chiude gli amati pub suscitando le ire di negozianti e avventori. È surreale come riesca a trovare, in tanto disastro, la fantasia e la forza per rassicurare il paese su altro: il no deal – di cui ci eravamo dimenticati presi dalla pandemia - sarà comunque cosa buona per il paese.
Da noi, proprio l’emergenza coronavirus, contrastata con drammatica consapevolezza e vissuta correttamente dalle persone, mostra l’intensità delle critiche verso le istituzioni. E’ il comportamento delle forze politiche a provocare un duro giudizio: scarso senso di responsabilità e difetto di compattezza di fronte ad una situazione grave, che mette a repentaglio l’economia e il lavoro di tanti. 
I politici hanno ripreso ad accapigliarsi non meno degli esperti, mentre si varano nuovi provvedimenti restrittivi del governo contro il Covid. Le regioni litigano tra loro e con lo Stato. Ognuno per sé. I partiti poi in ordine sparso. In nome del tornaconto elettorale, s’intende, da capitalizzare alla prossima tornata. L’obiettivo di tanto daffare è guadagnare posizioni di vantaggio. Un posto in prima fila, piuttosto che di quart’ordine, quando ci sarà un nuovo giro di giostra.
Il solito gioco dei rinvii e delle manovre strumentali mentre il Covid fa il suo: invade fisicamente anche il parlamento infettando parlamentari e ministri. Strappi e aggiustamenti. Un po’ avanti e tanto indietro. Mentre permane l’immobilismo governativo frutto della contraddittorietà delle posizioni PD-M5S.  Mosse utili però in futuro, specie se, come funestamente previsto, si adotterà un sistema proporzionale: l’elettorato non potrà scegliere tra schieramenti contrapposti e quindi stabilire chi debba governare il paese.
Il giudizio negativo sul comportamento dei partiti di fronte all’emergenza Covid deriva dalla percezione che manchi l’ascolto della gente. E’ insufficiente la rappresentanza degli interessi e delle esigenze. Troppo lente sono le decisioni. Alti perciò i costi della politica in generale. Questo malcontento minaccia di travolgere le istituzioni della democrazia rappresentativa, di far danni al sistema.
Suona una conferma l’esito del referendum costituzionale di settembre sul taglio dei parlamentari, approvato con il 70% dei consensi, una percentuale non plebiscitaria, ma certamente assai elevata. Un segnale palese della sfiducia verso il parlamento, non tanto riguardo ai costi (in verità modesti), quanto per l’utilità della funzione: cassa di risonanza di decisioni prese altrove, consesso di poche o scadenti competenze. 
Può darsi che l’opinione pubblica così critica verso le istituzioni sia desiderosa di sperimentare vie nuove, ma le ipotesi possibili sono contraddette dall’esperienza, o suggestive. Il futuro è problematico.
Per esempio, l’idea, cara soprattutto al centrodestra, di una redistribuzione dei compiti tra Stato e Regioni, già coltivata con la riforma costituzionale del 2001, cioè maggiori poteri agli enti locali per avvicinare la politica alla gente, ha mostrato i suoi limiti proprio in occasione del Covid.
Regioni pronte a stabilire regole proprie, in contrasto con quelle dei vicini, che magari accampano anche loro buone ragioni: non se ne esce. Diverse organizzazioni sanitarie, disparità di trattamenti: cure rapide ed efficienti da una parte, aumento dei contagi e dei morti dall’altra. Regole diverse incrinano il principio di eguaglianza tra i cittadini nella tutela della salute.
Alla fine, alcuni presidenti di giunta, disperati, invocano una “cabina di regia” ovvero un più saldo indirizzo statale per venirne a capo. Qualcuno venga a metterci d’accordo dato che non siamo capaci di farlo da soli, o a far tacere i discoli. La tutela dell’interesse locale non può porsi in contrasto con le esigenze di solidarietà e di pari dignità.
L’opinione pubblica di segno opposto può essere tentata dalla suggestione della democrazia diretta, dinanzi alla manifesta crisi di quella parlamentare-rappresentativa. Sono operai, disoccupati, persone in difficoltà economica, più in generale coloro che lamentano la mancanza di risposte della politica, e che vorrebbero un più deciso intervento a sostegno delle esigenze di rinnovamento della società. Un bacino non sovrapponibile a quello, sempre più ridotto, che si è finora indirizzato verso il Movimento 5Stelle.
In effetti, il dibattito sulla democrazia diretta è ben più complesso di quello riducibile al giudizio sul M5S per come ha vissuto il passaggio da forza antisistema a soggetto di governo, sotto identità contraddittorie e confuse (prima con la destra della Lega poi con la sinistra del Pd). E tuttavia, per quanto divisivo e forse fuorviante, il discorso sul M5S ha il pregio di una chiarificazione estrema del problema.
Il contrasto tra governisti (ex ribelli adeguatisi ai tempi: alla Di Maio) e contestatori (di vecchia e inossidabile maniera: alla Di Battista) è sovrastato dal richiamo di Davide Casaleggio, mentore del movimento a nome del suo compianto padre Gianroberto e ovviamente di Beppe Grillo. A parte il ribadito “no al terzo mandato”, feticcio iconico del movimento, sempre più precario dinanzi alle ambizioni di tanti, ecco la proposta di sottoporre alla consultazione degli iscritti, tramite la piattaforma Rousseau le migliaia di nomine pubbliche che dovranno essere fatte tra poco. Lo scopo? «Renderle più trasparenti e più ispirate alle meritocrazia».
Discutere di questa idea serve a comprendere le possibili degenerazioni di un sistema politico con diffuse forme di democrazia diretta.
Sarebbero dunque gli iscritti al Movimento i soggetti chiamati a decidere su queste nomine importanti, in luogo degli eletti in parlamento. Il popolo sarebbe messo in condizione di scegliere direttamente e al meglio. Facili le obiezioni: come gli iscritti potrebbero valutare meriti e titoli? Quali garanzie ci sarebbero di scegliere davvero i migliori?
Il meccanismo è già di per sé fuorviante: i soggetti proposti sarebbero quelli graditi al Movimento, indicati per questo motivo, non i più bravi; a sceglierli (meglio confermarli) sarebbero gli stessi simpatizzanti. Un giro vizioso di preferenze e simpatie. E infine quali garanzie può offrire una piattaforma informatica gestita da un privato per interessi privati? Il merito prescinde dall’appartenenza, e richiede che chiunque possa spendere le sue chance per accedere al posto in palio e sia essere valutato da un terzo.
Il discredito delle istituzioni non è risolvibile con la rinuncia alle stesse, scavalcandole nell’illusione di riuscire a dar voce alla gente. Lo conferma il fatto che, se la democrazia è giudicata così criticamente, non solo le strutture di vertice ma anche quelle intermedie godono di scarsa reputazione. Molti italiani, circa un terzo, si dicono socialmente attivi e sono iscritti a qualche gruppo o associazione rappresentativa di interessi, come sindacati, associazioni, ordini professionali.
A parte i gruppi di volontariato, certe fondazioni culturali, e poco altro, è difficile che gli iscritti si mostrino entusiasti di simili appartenenze, soddisfatti del modo in cui vengono rappresentati i loro interessi, difese le ragioni, perseguiti gli obiettivi. Sono le stesse critiche che coinvolgono partiti e strutture statali. Ci sono note dolenti persino per i sindacati, protagonisti di lotte epiche per la salvaguardia dei diritti irrinunciabili dei lavoratori, e ora in declino, poco attrattivi per giovani, a rischio di irrilevanza storica.
Eppure proprio il sentimento popolare mostrato nell’emergenza - l’impegno profuso da tanti - indica come, per uscire dall’emergenza e far ripartire il paese, sia irrinunciabile il ricorso agli strumenti di intermediazione e alle forme di collaborazione, che possono animare l’impegno sociale e politico di ciascuno in qualunque formazione sociale sino appunto al vertice dell’organizzazione statale.
Non si tratta quindi soltanto di dare spazio e valore alla “società di mezzo” in modo che anche le istituzioni si sveglino dal torpore e ne traggano beneficio, e imboccando strade più sagge. Piuttosto non può mancare la consapevolezza che la crisi delle democrazie complesse richiede un cambio di passo che riguardi innanzi tutto lo status del cittadino, il suo rapporto con la collettività.
Il perseguimento di scopi particolari è inscindibile dallo sforzo di contribuire alla crescita del paese e al suo benessere sociale. La scommessa impegnativa è quella di trovare le risorse umane e le energie morali per orientare il funzionamento delle strutture sociali tutte, dalle più piccole a quelle di vertice, in una direzione più responsabile e consapevole dei diritti di ciascuno.

martedì 27 ottobre 2020

Il misantropo

di Laura Maria Di Forti

(Angelo Perrone) Li incontriamo nella vita sociale. Qualche volta un tipo così lo abbiamo anche in famiglia. Hanno caratteristiche antiche come il mondo, che senza di loro non sarebbe così colorito. Sarebbe un errore considerarli banali, uguali, eterna incarnazione di difetti, eccessi, o vizi. Null’altro da scoprire? E se provassimo ad ascoltarli, a conoscerne la verità?

Distanti dal passato

La distanza può aiutare ad affrontare il presente

di Marina Zinzani

Lontananza da momenti felici, forse ritenuti felici, lontananza da ciò che si era: il cambiamento può essere crescita, evoluzione. Può essere anche rimpianto.
Sembra di camminare sui vetri a volte, ed è difficile ricordare ciò che di bello c’è stato. Ma la lontananza può anche evocare risorse, che possono avere aspetti imprevedibili. Risorse quando dei capitoli appaiono terminati, davvero lontani nel tempo, e bisogna guardare al momento attuale, con coraggio, positività.

lunedì 26 ottobre 2020

Vandali contro il Covid (e il buon senso)

 

La violenza nelle proteste per le misure contro il Covid

di Cristina Podestà

Mi brucia sulla pelle vedere come siano falliti tutti gli sforzi delle generazioni del secondo dopoguerra per cercare di arginare violenze inaudite, vissute in prima persona dai “padri costituenti”. 

Mediocrità

Dietro un paravento, per non mostrarsi

di Marina Zinzani

Il mediocre ha un paravento che lo protegge, lo difende: dalla verità, dalle proprie responsabilità, dai propri errori, e gli permette di non mostrare più del necessario. Non certo la forza, il carattere, il coraggio.

domenica 25 ottobre 2020

Paris

Dov’è finito lo charme? Portato via dal Covid

di Marina Zinzani

“Je suis Catherine Deneuve.” Si ricorda ancora quella pubblicità in cui l’attrice appariva in tutta la sua bellezza evocando Parigi, la Francia, lo charme di luoghi indimenticabili.
La città degli innamorati, i film di Rohmer, la baguette, i bistrot, i luoghi degli impressionisti, Montmartre, la Torre Eiffel.
Ora le strade sono deserte, è un autunno rigido, vuoto. Vuoto e pieno di paura.

Questione di naso

La pandemia provoca fratture nella società: manca la consapevolezza d’essere tutti sulla stessa barca

di Cristina Podestà

Si prospettano giorni difficili che credevamo aver archiviato. Una lotta tra poveri per una pandemia per cui siamo tutti innocenti. Si discute del nulla e di tutto, senza cognizione di causa. 

sabato 24 ottobre 2020

Fermarsi in strada

Il gesto di solidarietà verso una sconosciuta

di Cristina Podestà

Le mani giunte come in preghiera. Ma Teresa non sta pregando. Nemmeno vede cosa ha di fronte, neanche la strada davanti al marciapiede su cui sta seduta, sudata, appiccicosa, sporca, scalza.

Ora il tempo

Un giorno, ritrovarsi insieme

di Bianca Mannu

Ora il tempo di mia vita
diventa tua creatura.
E ciò ch’era crepuscolo
ha dell’alba il delicato rosa.
E il livido chiarore del mattino
s’irrora del sanguigno morire
della tua luce.

venerdì 23 ottobre 2020

Scrittura al femminile

La scrittura è espressione di libertà e consapevolezza, innanzi tutto per le donne

di Bianca Mannu

La scrittura, poetica o no, così come altre pratiche di espressione comunicazione, sono luoghi di rappresentazione dialettica delle istanze del sé, quelle autentiche e quelle spurie, palestre del confronto e dell’autoconoscenza, luoghi di libertà.
Perciò fu impedito alle donne di accedervi, indicando l’incapacità presunta come costitutiva.

Aggressione

La violenza delle parole

di Marina Zinzani

Quando niente è più come prima, quando una parola cambia le cose, quando un altro si permette di esprimere, attraverso il giudizio, un concetto che rivendica conoscenza di noi: l’aggressione verbale segna l’anima, mina il corpo, muta i rapporti.

giovedì 22 ottobre 2020

Equilibri

Ore del giorno, così incerte e precarie. Con te

di Maria Cristina Capitoni

Nulla più che sopravvivenza
è la tua giornata
e forse è proprio ciò che cerchi
che la tranquillità non la sopporti
una quiete tempestosa
garantita da un forte vento
di rimorso,
in equilibrio precario
sopra un mare mosso
finché il cuore non avrà riposo.

Quot dies

Il lavoro: dignità e abbrutimento

di Bianca Mannu

Processione di giorni crocifissi
alla fretta meridiana del pasto
che nulla concede a melopèe
conviviali di drammi abusati.
Tempo contratto sul filo di bava:
crinale che incide e sutura
i due lobi coscritti del giorno.

In cerca di sogni

Disavventure e presagi, inganni dell’esistenza

di Davide Morelli

Non è più tempo di vagheggiare. 
Abbiamo bisogno solo di due simboli: 
lo specchio per l’identità e la falce per la sorte. 
Se ogni rintocco non fosse un presagio, 
se il salice non si piegasse alla tempesta,

mercoledì 21 ottobre 2020

Confusione di poteri

Se Donald Trump non accettasse la sconfitta? Il ruolo dei giudici e la questione della neutralità della giustizia. Anche in Italia

(Angelo Perrone) La procedura di nomina del giudice che dovrà sostituire, alla Corte suprema degli Stati Uniti, Ruth Bader Ginsburg, scomparsa a 87 anni dopo una lunga e brillante carriera, ha aperto nei giorni scorsi uno scontro radicale tra repubblicani e democratici.

L'invidioso

di Laura Maria Di Forti

(Angelo Perrone) Li incontriamo nella vita sociale. Qualche volta un tipo così lo abbiamo anche in famiglia. Hanno caratteristiche antiche come il mondo, che senza di loro non sarebbe così colorito.
Sarebbe un errore considerarli banali, uguali, eterna incarnazione di difetti, eccessi, o vizi. Null’altro da scoprire? E se provassimo ad ascoltarli, a conoscerne la verità?
Capirne di più, senza indugiare sulle devianze caratteriali. Piuttosto dando loro la parola, e noi zitti ad ascoltare. Cos’avranno da svelarci? Per una volta possono mostrarsi da dentro, togliendosi la maschera. E’ quello che prova a fare l’autrice di questi ritratti. Cambia l’opinione su di loro?
Dopo “Il bugiardo”, “L’arrogante”, “Il seduttore”, ecco “L’invidioso”.

Incipit

L’inizio è un’avventura

di Marina Zinzani

Incipit è l’inizio: di un libro, di una relazione, di un lavoro, di un’amicizia. E’ il mostrare la parte migliore di se stessi nel pochissimo tempo a disposizione, un biglietto da visita per dire cose che possono essere gradite all’altro.

martedì 20 ottobre 2020

La scrittura mette le ali

“La scrittura è fatica, sollievo, nutrimento, spaesamento, trascendenza.
Il suo esercizio quotidiano ci solleva dalla vita e dal suo iter usuale 
e ci sazia come il pane 
di cui abbiamo bisogno per vivere. 
La scrittura ci rende forti, altruisti,
provocanti e generosi. 
Ci commuove e ci adira. Ci nobilita.
La scrittura gioca con noi 
tutte le emozioni della vita.
Calarci in quelle emozioni significa rigenerarci. 
Non abbiate resistenze,
perché la penna fa il resto”
(Sonia Scarpante, Non avere paura, Edizioni San Paolo 2010)

La canzonetta che andava di moda

Basta poco per riportarci al passato, poi il tuffo nel presente e un sorriso dietro la mascherina

di Cristina Podestà

La musica passa alla radio mentre sto guidando in centro. La canzone è degli anni ‘80 e me la ricordo bene perché mi piaceva e mi ritrovo a canticchiarla. Quanti ricordi solleva quella musica!

lunedì 19 ottobre 2020

Il seduttore

di Laura Maria Di Forti

(Angelo Perrone) Li incontriamo nella vita sociale. Qualche volta un tipo così lo abbiamo anche in famiglia. Hanno caratteristiche antiche come il mondo, che senza di loro non sarebbe così colorito. Sarebbe un errore considerarli banali, uguali, eterna incarnazione di difetti, eccessi, o vizi. Null’altro da scoprire? E se provassimo ad ascoltarli, a conoscerne la verità?
Capirne di più, senza indugiare sulle devianze caratteriali. Piuttosto dando loro la parola, e noi zitti ad ascoltare. Cos’avranno da svelarci? Per una volta possono mostrarsi da dentro, togliendosi la maschera. E’ quello che prova a fare l’autrice di questi ritratti. Cambia l’opinione su di loro?
Dopo “Il bugiardo” e “L’arrogante”, ecco “Il seduttore”.

domenica 18 ottobre 2020

Ambizione

Desiderare una meta, guardando ai passi compiuti

di Marina Zinzani

Il guardare verso il cielo, l’immaginare, il desiderare, il costruire: l’ambizione conosce tante sfaccettature, e non sempre positive. Si pensa a sotterfugi, a una dominanza del proprio ego, a scaltrezza. Quando si è scaltri lo si è a spese di qualcuno più debole, spesso.

Svegliarsi felici

Sensazioni improvvise al risveglio

di Cristina Podestà

Mi scorgo allo specchio e mi accorgo che sorrido. Mi sento migliore, mi vedo più bella e solare. Il giorno che nasce è foriero di bene, profuma di buono.

sabato 17 ottobre 2020

Sudditanza

Abbassare la testa, senza coraggio

di Marina Zinzani

E’ facile essere sudditi: non si prendono decisioni, non ci si espone più di tanto, non si va incontro a guai perché ci si sente protetti nell’essere sottomessi. E’ una sottomissione in cambio di protezione, indiretta o ben visibile.

venerdì 16 ottobre 2020

Orgoglio

Vite in frantumi. Per il troppo amore di sé

di Marina Zinzani

Non c’è nulla di più sbagliato dell’orgoglio, in certi momenti. La storia è piena di amori finiti per orgoglio, quando sarebbe bastato un atteggiamento più morbido per riprendere il cammino in due, per superare un momento di crisi.

La centralità della persona

Tra processi partecipativi e nuovi strumenti di ricerca e collaborazione

di Sonia Scarpante *

Al convegno in streaming “ Un Faro per le comunità patrimoniali” (9 ottobre) si è commentata la ratifica da parte del Parlamento italiano, della cosiddetta Convenzione di Faro, presentata dal Consiglio d’Europa nel 2005 e sottoscritta dal Governo italiano nel 2013.
Sono emerse riflessioni, affinità di intenti e prospettive educative a tratti “rivoluzionarie” fra le varie competenze interessate al tema della cultura e della cura.

giovedì 15 ottobre 2020

L'arrogante

di Laura Maria Di Forti

(Angelo Perrone) Li incontriamo nella vita sociale. Qualche volta un tipo così lo abbiamo anche in famiglia. Hanno caratteristiche antiche come il mondo, che senza di loro non sarebbe così colorito. Sarebbe un errore considerarli banali, uguali, eterna incarnazione di difetti, eccessi, o vizi. Null’altro da scoprire? E se provassimo ad ascoltarli, a conoscerne la verità?
Capirne di più, senza indugiare sulle devianze caratteriali. Piuttosto dando loro la parola, e noi zitti ad ascoltare. Cos’avranno da svelarci? Per una volta possono mostrarsi da dentro, togliendosi la maschera. E’ quello che prova a fare l’autrice di questi ritratti. Cambia l’opinione su di loro?
Dopo Il bugiardo, ecco L’arrogante.

La luce di Elettra

La tentazione di rinunciare a lottare, poi una speranza

di Cristina Podestà

Non sempre è facile, a volte non si può. Ti senti il cuore emarginato e sanguinante, ferito nel profondo, devastato come un campo violato. Intorno il freddo, il salmastro e il mare scuro e profondo. 
Cecilia è lì, piedi in acqua fino alle caviglie, immobile, squarciata. È proprio quel gelo che la tiene attaccata ad una realtà che altrimenti sembrerebbe un incubo.

mercoledì 14 ottobre 2020

Passaggio

In cerca di un appiglio, per vivere

di Maria Cristina Capitoni

A casa torneremo poi
perché non è questa lo sai
neanche le assomiglia
è altro lo stare che intende,
siamo, per il momento, un passaggio
da un punto all’altro
cercando appiglio
finché non vedremo
il tempo stringere.

martedì 13 ottobre 2020

Emarginazione

Il dolore di essere messi da parte

di Marina Zinzani

Essere emarginati è un lutto. Significa essere esclusi, giudicati, snobbati, non compresi. Essere emarginati significa spesso pagare la propria differenza, la non sottomissione a qualcosa o qualcuno, o il non conformismo a regole non scritte.

Ce la farò

Mi sarei dato uno schiaffo a vedermi allo specchio, ora non più

di Cristina Podestà

Cerco di trovare uno sprazzo di luce, ma mi resta difficile. Non sono nato così! Cosa mi ha portato a questo? Rimugino le strade intraprese, le coincidenze perdute, le corse affannate. Una vita non semplice, non sempre facile. 
Giro il coltello nel mio cuore, mi autofustigo, mi darei uno schiaffo ogni volta che mi guardo allo specchio. Ma devo perdonarmi, in fin dei conti nessuno è perfetto.

lunedì 12 ottobre 2020

Il bugiardo

di Laura Maria Di Forti

(Angelo Perrone) Li incontriamo spesso nella vita sociale. Sono piuttosto comuni. Qualche volta un tipo così lo abbiamo anche in famiglia. Magari credevamo di no, che non ci fosse, poi capita un evento. Hanno caratteristiche antiche come il mondo, e senza di loro la scena non sarebbe così colorita.
Sarebbe un errore considerarli banali, e tutti uguali, eterna incarnazione di difetti, eccessi, o vizi. Tutto semplice, null’altro da scoprire? E se provassimo ad ascoltarli, a conoscere la loro intima verità?
Capirne di più, ma non attraverso un’altra dissertazione sulle devianze del carattere. Dando loro la parola, invece, e noi per una volta zitti ad ascoltare. Cos’avranno mai da svelarci? Per una volta possono mostrarsi da dentro, togliendosi la maschera.
E’ quello che prova a fare l’autrice di questi ritratti. Alla fine, cambia l’opinione su di loro? Cominciamo dunque con Il bugiardo.

Ho mentito. Per puro diletto, talvolta, lo confesso. Ho detto cose non vere, non rispondenti alla verità. D’altronde è scomoda, terribile, mi farebbe male la verità. E allora ho mentito per necessità, certo, ma la difesa personale è sacra, per questo non posso che essere assolto. Le bugie sono necessarie talvolta, mi salvano la vita o l’onore e, quantomeno, mi sono di aiuto nella scalata sociale. E non è forse imperativo per ognuno di noi cercare un posto conveniente nel panorama della mediocrità umana?
Le frottole, le fandonie condite con sorrisi e propinate all’universale platea popolare come caramelle a bimbi fiduciosi e speranzosi, sono invero la mia specialità. Mento con grazia e con maestria e, naturalmente, con successo. Sono, in definitiva, un artista e, di questo, signori, dovete darmene atto. 
Vi faccio sentire tranquilli, vi dono la pace, appago la vostra curiosità. Avete fatto delle domande? Beh, io vi rispondo con grazia e solerzia, soddisfacendo la vostra sete di sapere. Ma indagare su quanta verità ci sia in quei miei solleciti discorsi, nelle risposte, industriose e laboriose oltre ogni dire, ammettetelo, nelle mie attente e zelanti soluzioni, è pura follia, signori, è rinunciare alla meraviglia dell’immaginazione per accontentarsi della piatta realtà.
Sono, in definitiva, un costruttore fantasioso di vite alternative, di mondi dove il mio interesse e il mio tornaconto vengono soddisfatti appieno, certo, ma solo e sempre regalando a voi l’illusoria convinzione che l’universo intero, finalmente, sia tornato in ordine e possa finalmente continuare ad esistere.
Chiamatemi benefattore e non sprecate il tempo a dover trovare per forza il pelo nell’uovo. Le mie menzogne, le imposture e gli inganni di cui voi tanto farisaicamente mi incolpate, sono in definitiva solo un modo di vivere come un altro, di far apparire cose inesistenti ma assai più soddisfacenti di quelle reali, un modo per indorare una realtà squallida, per ingannare il destino, assai crudele talvolta, e per costruire qualcosa di bello, meraviglioso, direi perfetto.

domenica 11 ottobre 2020

Sguardi

Incontrarsi di nuovo, all’improvviso

di Cristina Podestà

Marinella era arrossita. Il senso di colpa che provavano entrambi era ancora sospeso e inespresso tra loro. 
Non riuscivano definirlo entro certi contorni, a dargli una precisa collocazione e mutava di intensità ad ogni cambiamento di umore o direzione.

sabato 10 ottobre 2020

Bimyo

Il senso di incertezza

di Marina Zinzani

Avrei voluto andare oltre
erano fili sottili 
quelli in cui camminavamo
il vento a volte soffiava forte
pronto a travolgerci
e non c’erano maniglie a cui aggrapparci
solo le voci di dentro
che sempre non hanno parlato
dormivano

Bambini innocenti

L’affetto incontrato per caso

di Cristina Podestà

Il profumo dei limoni aveva segnato la vita di Alex fin dalla nascita. La limonaia dei nonni era immensa, quasi più grande dell’uliveto. La mamma non voleva che lui si spingesse da solo troppo lontano, mentre il padre la riprendeva per queste sue apprensioni ingiustificate.

venerdì 9 ottobre 2020

Maschere

Il difficile equilibrio tra protezione e soffocamento

di Marina Zinzani

“Rinunciare alla spontaneità e all’individualità significa soffocare la vita” (Erich Fromm). Un tempo si costruivano fortezze, con ponti levatoi  e uomini di guardia per difendersi dai nemici. Chiunque arrivava veniva avvistato, ci si poteva preparare all’attacco o all’imprevisto.  La difesa poteva conoscere perdite, insuccessi, ma la battaglia avveniva fra due fazioni opposte, era chiaro chi era il nemico.

giovedì 8 ottobre 2020

Tra sogno e realtà

Lasciarsi cullare dall’immaginazione, prima di tornare a vivere

di Cristina Podestà

Un pallido sole mi colpisce le ciglia, mi scalda i capelli, mi fa sentire meglio. Guardo intorno e vedo tanto verde, un poco di azzurro e  giallo dorato. Il meraviglioso pomeriggio è appena iniziato, il giardino fiorito, l’amaca dondola e silenzio intorno.
La gioia di vivere mi accompagna, mi assale, mi vince. Sposto un ramo che cade davanti ai miei occhi e la luce si fa più potente, mi inganna e stordisce; il sogno interrotto non mi dispiace più, la realtà è comunque migliore. Quasi sempre.

mercoledì 7 ottobre 2020

In ansia la sera

Il conflitto tra delusione e speranza

di Cristina Podestà

Il momento più critico della giornata è la sera. Gonfi di nostalgia, si regredisce allo stato infantile, inermi, indifesi, con  la delusione della quotidianità, con i conflitti ansiosi che hanno segnato il giorno.  
Le abitudini, che sono anche fonte di sicurezza, portano spesso tuttavia all’alienazione dell’io, e la realtà con le sue problematiche sfinisce. 
Ma dura poco tempo. Mano a mano che ci si inoltra verso la notte, tutto si calma e la quiete porta riposo alle membra, riappacifica ognuno con sé, la polvere dei ricordi viene spazzata via e il sonno ristoratore fa affiorare il sorriso sui volti stanchi e rugosi. 

martedì 6 ottobre 2020

Il deserto e le oasi

Andare e fermarsi, l’eterno viaggio dell’uomo

di Marina Zinzani

“Il compito principale di un uomo è dare origine a sé stesso, trasformandosi in tutto ciò che è in grado di essere.” (Erich Fromm).

lunedì 5 ottobre 2020

Il tempo passa invano

Nonni che raccontano, il raffronto tra ieri ed oggi

di Cristina Podestà

Ho avuto la fortuna di nascere in pieno boom economico e di crescere in anni sereni e spensierati. Il problema erano le Brigate rosse, il caso Moro, gli attentati mafiosi al generale Dalla Chiesa e molto altro, tuttavia restavano cose piuttosto lontane dalla vita dei giovani di provincia.

domenica 4 ottobre 2020

Le prove di Ercole

De Ferrari, Ercole e l'Idra, Galleria Nazionale Liguria
Dare importanza al desiderio, lo sforzo per essere protagonisti del proprio destino

di Luigi Campagner

L’alternativa del moderno Ercole al bivio tra vizio e virtù è quella tra il desiderio come mancanza e il desiderio come facoltà. L’immagine è classica, ma Ercole può facilmente rappresentare il soggetto. Una parola, il desiderio, che la modernità ha promosso con forza negli ultimi cinque secoli e che noi oggi ereditiamo nel significato dell’essere protagonisti del proprio destino.

sabato 3 ottobre 2020

Guscio vuoto

Il mal di cuore che nessuno vede

di Maria Turtura

Caro dottore che mi curi i nervi
voglio dirti in questi giorni com'è andata
affinché tu ti possa regolare
per quello che mi serve in questi giorni:
ho dei sintomi al cuore
nella parte che nessuno vede:
sapessi che disastro, dottore!

venerdì 2 ottobre 2020

Wasuremono

Cose perse o dimenticate

di Marina Zinzani

Le ombre
le visioni del passato
immagini rarefatte
il girovagare inutile
le porte a cui si è bussato
inutilmente
ci sono tanti oggetti dimenticati
oggetti smarriti
sentimenti smarriti