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Visualizzazione dei post da 2015

L’anno che verrà

La luce oltre il buio

di Marina Zinzani Candido è il filo di perle sul collo bellezza gentile  che si accompagna ad un giorno felice luce che si posa sul viso di una donna raffinata. Ha una storia quel filo di perle

Uomo dal popolo

di Giovanna Vannini Papa Francesco, un “Uomo del popolo preso in carico da Dio”. Così mi piace definirlo. Mai avrei immaginato di ritrovarmi a scrivere di un Papa. Mi ci hanno spinto i suoi modi casarecci, il suo andare in tonaca bianca sprovvisto di orpelli a zonzo tra la gente, dispensando abbracci non da Papa, appoggiando sulle ginocchia, come un nonno, ogni infante che trotterellando gliene faccia richiesta,

Colori di Sardegna

(Vignola, Sardegna) (Vignola, Sardegna)

Mendicante a piazza San Babila

di Paolo Brondi Tratto da La vita spezzata (ap) Possono essere molti i motivi di una vita spezzata. La povertà e la disoccupazione, l’infelicità e la perdita della speranza, la paura della vita. Molte strade senza uscita di sicurezza, con la certezza di una frammentazione dell’esistenza. Alla ricerca di un aiuto dal prossimo sempre più lontano, come mendicante.

Da uno scoglio

di Marina Zinzani Guardare tutto da uno scoglio velieri all’orizzonte flutti che si infrangono sulla roccia il mare in burrasca il vento freddo. Raccogliersi restare immobili diventare scoglio

Magie nelle parole

di Marina Zinzani Le parole sono mani invisibili celate nei libri nelle persone aiutano talvolta a portare pesi a sentirci simili a qualcuno a sentirci meno soli. Hanno chiavi, le parole che sanno aprire porte segrete che fanno intravedere luci. Ma più delle parole è ciò che viene dopo, che conta: il silenzio il pensiero l’incontro con la propria anima.

Certe giornate

di Giovanna Vannini Quante lacrime gli solcavano le guance in certe giornate. Ogni pretesto era buono perché queste potessero trovare sfogo, rovesciandosi copiose al di fuori di lui. Non le poteva fermare, non le poteva scacciare, facevano quello che dovevano e lui con loro. Faticoso era il mattino, il riprender confidenza con il mondo.

L’argilla della storia

di Paolo Brondi Siamo spettatori di una tracotanza dilagante, da tempo, fino a farsi terrorismo, restringendo le opinioni e le scelte entro isole di egoismo e di viltà. Assistiamo ogni giorno alla diffusa insistenza dei media sulle particolarità degli individui, sulle variabili del carattere, sul fondo dei loro motivi, che, mentre risponde ai desiderio di informazione di ogni cittadino, non esclude il rischio di far affondare nell’argilla del divenire una diversa storia: quella che insegni, che spieghi più a fondo, le ragioni della svolta delinquenziale e terroristica di questo scorcio di nuovo millennio.

In viaggio verso Est

di Laura Bonfigli Un commento a Barbone, come tra foglie d’autunno (P. Brondi, PL , 4/12/15) Chi è il barbone tra foglie d'autunno , protagonista dell'omonimo racconto di Paolo Brondi che, immerso nel chiuso dell'io, serrato nel suo guscio, impenetrabile come una monade, all'improvviso si apre ad un soliloquio che, solo nell' incontro casuale con l'altro da sé, si trasforma in colloquio, esce dal suo tempo assoluto e si misura col tempo dell’altro?

Ninna nanna

di Marina Zinzani Ninna nanna ninna nanna la madre guarda il suo bambino è lungo la strada dei sogni colorati ninna nanna amore mio incontrerai le fate gli gnomi

Il regista dimenticato

di Pietro Pancamo Esitò, quando il meteo tacque. L’occasione era propizia –si rese conto, spegnendo la radio–, ma la forza per attuare il “piano” (peraltro già studiato e preparato da tempo) tardò a presentarsi, lì per lì. L’anima non s’atteggiava all’ardimento, per dirla col poeta.

Quel senso del Natale che ci identifica

(ap) Una sala ricca di festoni colorati. Il bagliore delle candele accese. Lo scintillio delle palle dorate riflesso sul verde dei rami di abete. Le statuine dei personaggi intorno alla mangiatoia di una povera capanna. I pastori, provenienti dalle lontane montagne e in cammino da giorni in cerca di una luce. Le grida allegre dei bambini di fronte allo sfavillio dei dolci e alla serenità ritrovata degli adulti. Non uno stanco rituale di fine anno, da dimenticare al più presto, smaltita la frenesia del falso riposo, ma una festa in cui, anche per chi non è credente, è prezioso il regalo reciproco di pensieri fraterni, nel ricordo delle proprie radici, di ciò che ci ha formato come persone e ha costruito la nostra storia.

Ruote per lo sguardo

di Marina Zinzani Dedicato a chi vede il mondo da una sedia a rotelle Ruote mosse dalle mani sguardo curioso respiro e vita ruote e passi con la mente sentire.

Donna

di Marina Zinzani Piccole storie di gente comune luci e ombre dentro le case pasti freddi e piatti fumanti panni da stirare e silenzi in cucina donna che guarda da un vetro fragilità e dubbi donna con le borse al mercato

La memoria nelle parole del viandante

di Cristina Podestà Un commento a Barbone, come tra foglie d’autunno (P. Brondi, PL , 4/12/15) Scorrendo il testo la prima immagine che mi è venuta alla mente è stata quella di un contemporaneo nuovo Dante, perduto nella buia selva a causa del sonno della ragione. Ed infatti, anche qui, al suo fianco, si concretizza silenziosa una guida che aiuta Giorgio a capire la necessità di superare le aporie del mondo per suggerire una serena accettazione del sé.

Disciolti nel pianto quei ricordi

di Valeria Giovannini Certi ricordi restano appiccicati addosso come cicatrici. Basta sfiorarli in superficie per avere un sussulto. E ricominciano a sanguinare. Rosa antico a rattoppare pezzi di dolore rabbia gelata per scale di sangue porta serrata a strapparti dall'amore disciolto nel pianto. Non mi avevi scordata.

Barbone, come tra foglie d'autunno

di Paolo Brondi Era così compreso nel travaglio della sua maligna sorte e nelle sue intime figurazioni che non si era accorto della presenza accanto a sé di una strana figura di uomo. Era sopraggiunto in silenzio e si era seduto accanto a lui tutto immerso nel chiuso dell’Io. Vestito di cenci, capelli tutti arruffati e lunghi, barba folta e ispida, solo negli occhi, di un blu intenso e profondo, estremamente mobili e vivi, tradiva questa sua veste di barbone. Cominciò a parlare, come in un soliloquio, in realtà rivolto all’occasionato compagno di solitudine, dicendo: “E’ bello tuffarsi nel mare sterminato dell’avventura umana per abbracciare le onde confuse del fondo... cogliervi il fluttuare di mille destini ed intesserne poi i disegni nella propria immensa tela....”.

Un capogiro

di Giovanna Vannini Dobbiamo tenerci stretti. Allontanarsi rende fragili, mette distanza d’animo, vento tra i corpi, freddo nelle mani. Con il buio la stanchezza. La testa macina pensieri dal risveglio prosegue fino al sonno. Inutile provare a fermarne il moto. Assecondare, condividere, starci dentro. Ci appartiene. Un capogiro a cena consumata, un vuoto allo stomaco come se non fosse sazio. Una bevanda che rinfranchi, qualcosa di dolce che coccoli. Da giorni piedi freddi nelle scarpe, occhi meno in colore, meno espressivi. “...e sabato è domani…” dice una canzone del mio tempo. Giornate lunghe di chilometri in macchina, di faccende da evadere per forza. Vorrei ridere, illuminarmi in volto, lasciarmi andare in volo… 

Ombre della sera

di Marina Zinzani Le ombre della sera portano luci sfavillanti di locali promesse ed emozioni incontri voglia di uscire di vivere la vita e gli anni. Passa il tempo le ombre della sera calano non ci sono più   molte luci ogni cosa   sembra   già vista.

Ezio Raimondi, un arco nel cielo

di Valeria Giovannini Molto toccanti le pagine autobiografiche di Ezio Raimondi, filologo, saggista e critico letterario italiano, nel suo Le voci dei libri . L'autore racconta di essere nato in una casa dove non c'erano libri. Un giorno ne trovò uno, uno soltanto, nascosto tra le anticaglie di un comò: l'edizione Nerbini de I miserabili . Era il libro del capezzale della madre di Raimondi, una donna del popolo che lavorava a servizio.

Matthew, il caso e la clessidra

(ap) Matthew, un 36enne americano residente a Parigi, era nel teatro Bataclan quel 13 novembre mentre il commando di tre terroristi islamici faceva irruzione aprendo il fuoco sul pubblico e uccidendo 89 persone. Ferito ad un polpaccio, disteso a terra, non sentendo più le gambe, riusciva a strisciare all’esterno facendo leva soltanto sulle dita, crollando poi sull’asfalto: era soccorso da un giornalista che lo portava al riparo in un palazzo.

Ciao Diesel, grazie

di Catia Bianchi Le stragi di innocenti di questi giorni hanno fatto versare lacrime anche ai più duri. Dovrei vergognarmi (forse) a dire che ho pianto anche per Diesel? Chi non ha mai avuto un cane non può sapere cosa significhi. Da quel giorno la sua foto è sempre con me. Ciao Diesel, e grazie da parte dell'umanità per quel che hai fatto per tutti noi.

Valeria: per non arrendersi

(ap) Sono stati i gondolieri ad accompagnare Valeria Solesin nell’ultimo viaggio. Su un letto di rose bianche, tra silenzi ed applausi. Dall’androne di Cà Farsetti, la sede del municipio a Venezia, a piazza San Marco. Sullo sfondo, l’inno di Mameli e la Marsigliese. Una intera città in lutto e con essa il Paese. Valeria mancherà a questo Paese e a ciascuno di noi. Mancherà la sua voglia di vivere, la gioia dello sguardo dolce e illuminato, l’operosità dei gesti quotidiani nello studio, nel lavoro, nello svago: l’università, i bistrot, il quartiere, i teatri. “La nostra dignità è un atto dovuto”, ha detto il padre Alberto tra le lacrime, celate dagli occhiali scuri. Un esempio, per non arrendersi.

Voci twittanti: la ricerca della memoria

di Paolo Brondi Twittare , ricorrere a f acebook , al fast thinking o al fast sharing , non depone in assoluto per mancanza d’ispirazione a comporre romanzi, ma sono scelte espressive del nostro tempo, freneticamente spinto al nuovo, alla celebrazione dei montaliani idoli di creta e a sentenziare il limite, la parzialità o il fallimento di ogni opera appartenente al passato.  Certo è "altro", altra esistenzialità e storia, che le voci twittanti raccontano, rispetto al passato, alle voci dei grandi il cui linguaggio, appena si incontra, con la lettura e l’esercizio dello scrivere, entra nell’ anima e guida la scrittura per modo che, pagina dopo pagina, ci si trova a creare una proliferazione di significati, un circuito semantico, ben più ricco di quello sperato.

Farfalla

di Marina Zinzani Ali di una farfalla ferita i colori dipinti dalle mani di Dio: si vede solo ora la sua bellezza.

Il vascello sballottato dai venti

di Laura Bonfigli Intervento sul tema Quale famiglia (P. Brondi, PL 11/11/15) La famiglia, analizzata, osservata e studiata non solo nel corso del tempo, ma anche nelle sue molteplici manifestazioni odierne, seppur sballottata come un vascello nel mare in tempesta, resiste alla modernità e sopravvive a se stessa, grazie ad un processo di lenta ma costante metamorfosi. Ovviamente alla vecchia struttura verticale si è sostituita una struttura orizzontale in grado di accogliere legami più articolati e differenziati.

Il ritmo della pedalata

di Giovanna Vannini La vita è come andare in bicicletta; se vuoi stare in equilibrio devi muoverti. Così vai, procedi, scansi buche e pozzanghere, con affanno cerchi il liscio. Il dritto ti fa gola, la curva però incalza e la curiosità del dopo, quella, t'assale. Guardi la strada davanti a te, pari, pare. Ma quando la pedalata prende il suo ritmo la gamba si sforza, il piede spinge. A occhio non vedevi, ma ora senti nei muscoli tesi un altopiano. Si alternano le discese, appena accennate, in picchiata, di quelle che ti ghiacciano addosso il sudore, ti scompigliano i capelli. Quando scendi e riposi è solo un miraggio...

Diesel, morire per l'uomo

(ap) Le forze di polizia francesi stavano dando la caccia a Abdelhamid Abbaoud, mente degli attentati di Parigi. Diesel, un pastore belga di 7 anni, è stato il primo ad entrare nel covo dei jihadisti, mandato in avanscoperta a caccia di bombe. Gli hanno sparato subito. Era ferito a morte, ma è tornato indietro per morire accanto al suo padrone. È stata l’unica vittima tra i poliziotti intervenuti.