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Visualizzazione dei post da agosto, 2015

Il male oscuro

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(foto ap) di Giovanna Vannini “Come ti senti?” –le chiese-  “Non mi sento e penso” – aggiunse-  “A cosa?” - continuò a domandare-  “Penso che ho quarant'anni e molta vita davanti. Penso a quelle novantenni ancora proiettate nel futuro, stuzzicate dalle curiosità, dispensatrici di consigli. Se penso a tutto questo mi sento perduta! Io, che alla vita mi nego, con il respiro corto e l’ansia che m’avvolge.

Un dolcissimo cantore di versi

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di Paolo Brondi La voce di un aedo dolcissimo canta tra le pagine della raccolta di versi di Oretta Dalle Ore, Poesie per Giovanni (Milano 2008, Edizioni Fai da Te).   La rhabdos fa parte del corredo di un aedo e ne è segno la summa   che ha titolo Ethos : "La vita è un uragano senza ombrello....". "La vita è un uragano per chi ignora / la prigionia del vecchio morte e caos". "Il tempo si arrovella e si frantuma  /  nella violenza l'odio la paura". Ne fa parte pure   l'εικονγραφειν (il pingere immagini), parole che dialogano con quell'infinito gioco di specchi che è la realtà   di cui l’autrice può non cogliere l'immagine prima,   ma recuperare la dimensione lirica. "Le parole hanno lingue tramandate / che ripetono suoni versi modi / trasmutandosi adagio dentro il fare".

La maschera della bellezza

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di Marina Zinzani (Commento di Angelo Perrone) (ap) Una storia che oscilla tra la passione e il ridicolo, tra l’inseguimento disperato di un sogno e la follia. Thomas Mann scrisse "La morte a Venezia" nel 1912 al ritorno da un viaggio nella città lagunare. Uno scrittore tedesco in vacanza vede dalla finestra del suo albergo un ragazzo polacco e rimane fulminato dalla sua bellezza. Nasce morbosa una dipendenza pur solo platonica da quell’immagine, che comporterà uno stravolgimento della vita ordinata e borghese dell’uomo, sino alla morte, mentre una epidemia di colera colpisce inesorabile la città. Tra vita e arte, in un ambiente languido e decadente, è la prima a sopravvivere: l’arte si smarrisce di fronte alla concretezza della realtà. Impossibile cogliere la bellezza.

Frantumi

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di Marina Zinzani Il padre che tiene la piccola mano alla figlia non ti lascerò mai, dice ogni cosa sarà lieta con te. No, ogni cosa non è lieta scorre la vita che frantuma tutto le parole, le certezze.

Sui passi di Jean Paul Sartre

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di Paolo Brondi Ci sono tempi vicende e giorni in cui il sentire si allinea con la nausea di Sartre (J.P.Sartre, La Nausea, Einaudi, 1978) e, in particolare, con il pensiero-meditazione del protagonista, Antonio Roquentin, che così si esprime: "Quando si vive non accade nulla. Le scene cambiano, le persone entrano ed escono, ecco tutto". Proseguendo la lettura s'incontra l'amaro resoconto di esperienze comuni: "I giorni si aggiungono ai giorni, senza capo né coda, è un'addizione interminabile e monotona... non c'è mai un inizio".

In attesa

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(Fiumicino, foto ap) di Giovanna Vannini Si è fatto scuro ora. Il giorno piano lascia, la notte avanza. All'alba sarà già domani.  Ho messo a fuoco bruciandomi gli occhi, ho impressionato per non dimenticare questo sole che va a nascondersi per l'ennesima volta. Linguaggio della natura, quotidiano rito della vita per la vita. Resto in attesa del nuovo in uscita.

Periferia

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di Marina Zinzani (Una separazione (in persiano: جدایی نادر از سیمین ) è un film del 2011, scritto e diretto da Asghar Farhadi. Ha ottenuto numerosi riconoscimenti internazionali, tra cui l’Orso d’oro al Festival di Berlino e la statuetta come miglior film straniero ai premi Oscar 2012) Vivere in periferia. Essere ai margini di una vita che scorre veloce, di eventi che accadono, importanti.

Stelle

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di Marina Zinzani La vita percepita è la mattina, delle volte, lievi rumori, risveglio. La vita percepita è la notte guardare le stelle, domani sarà sereno, forse. La vita percepita è l’attesa di un viaggio l’uscita di un film comprare un biglietto per il teatro.

Riflessi d'argento

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di Valeria Giovannini (con un commento di Angelo Perrone) (ap) Un pontile in legno, un lago tranquillo in una località turistica. D’agosto. Una caduta improvvisa, mentre la famiglia è lì vicino, ignara. I soccorsi immediati, l’opera di un medico sul posto, i carabinieri. Pochi minuti possono essere un’eternità. E mostrare la loro tragica inutilità. Aveva solo due anni e mezzo quel corpicino inanimato. Accadeva a Caldaro, in Alto Adige, il 12 del mese.

Il labirinto tra noi

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di Paolo Brondi Non c’è dubbio che l’età moderna e contemporanea abbiano insegnato all’umanità ad avanzare impugnando l’infallibile bussola del progresso, della fiducia in un pensiero che supera gli ostacoli aggredendoli, capace di aderire in maniera astuta e flessibile alla realtà, sicuro di ridurre a trasparenza logica l’inestricabile complessità, di dar forma all’informe.

Qualcosa in più

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(foto ap) di Marina Zinzani Il fluire dei giorni le stagioni che passano il volo di un gabbiano l’anima stanca che si risveglia il giorno che diventa luce armonia qualcosa di più. Il desiderio di questo momento di questa dimensione del vivere cercare di respirare in una ricerca senza fine.

In volo, domani

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di Giovanna Vannini Dobbiamo tenerci stretti. Allontanarsi rende fragili, mette distanza d’animo, vento tra i corpi, freddo nelle mani. Con il buio la stanchezza. La testa macina pensieri dal risveglio, prosegue fino al sonno. Inutile provare a fermarne il moto. Assecondare, condividere, starci dentro. Ci appartiene. Un capogiro a cena consumata, un vuoto allo stomaco come se non fosse sazio. Una bevanda che rinfranchi, qualcosa di dolce che coccoli. Da giorni piedi freddi nelle scarpe, occhi meno in colore, meno espressivi. “...e sabato è domani…” dice una canzone del mio tempo. Giornate lunghe di chilometri in macchina, di faccende da evadere per forza.  Vorrei ridere, illuminarmi in volto, lasciarmi andare in volo… 

Darlington, la casa dei silenzi soffusi

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di Marina Zinzani (con un commento di Angelo Perrone) (Quel che resta del giorno ( The Remains of the Day ) è un film del 1993 diretto da James Ivory, tratto dal romanzo omonimo di Kazuo Ishguro. Interpretato da Anthony Hopkins e Emma Thompson, otto nominations agli Oscar) (ap) Ciò che è stato e ciò che, forse, avrebbe potuto essere. La discrezione e il gran lavoro, scelti come cifra esistenziale, sempre osservati con cura. E rispettati da chi ne beneficia, o se ne serve, ma non amati. La professionalità che sfocia nel carattere impersonale e provoca il silenzio dei sentimenti.

Come nubi sul mare

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di Paolo Brondi Un vento freddo pettina I pini del lido e spinge In danza fugace nubi Giocose sul dorso del mare. Come intensi pensieri Che recano freddezza al Caldo suono di voci Nel tepore del cuore…. Attese da anni e appena Perdute in questo lungo Grigiore di ore….

L’oscuro presentimento

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di Cristina Podestà Il racconto Una verità per Laura di Paolo Brondi (PL 23/7/15) è splendido nell'analisi del diverso. Impeccabile l'atmosfera, apparentemente serena, ma già grave per un oscuro presentimento di qualcosa di non detto né ben compreso. Come sempre meravigliosa la descrizione di uno spaccato di vita, densa di pathos e sensibilità.

Gesti

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di Giovanna Vannini Gesti cortesi, riconoscersi nell’età che insieme cavalca la vita, nella lentezza che questa comporta, nell’emozione che il rivedersi e il riviversi ad ogni rinnovato incontro porta. Non hanno importanza i volti, i tratti e le espressioni che sotto le tese dei capelli si muovono, conversano, s’increspano in rughe di sorrisi. Solo un grande rispetto, un volersi ritrovare in un saluto scambiato con garbo, o nella sola voglia, desiderio di condividere un frammento di giornata speciale, dove il tempo ferma, l’età più non conta, e l’abito rimanda alla stagione della giovinezza, o un’era vicina ancora, ma già raccontata.

Quartetto d’archi: l’impeto sui fili sottili

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  di Marina Zinzani (con un commento di Angelo Perrone) (Una fragile armonia , A Late Quartet , è un film del 2012 diretto da Yaron Zilberman e interpretato da  Philip Seymour Hoffman, Christopher Walken, Catherine Keener e Mark Ivanir) Un quartetto d’archi si appresta a portare in scena l’Opera 131 di Beethoven. E’ un brano particolare, perché non prevede pause. E senza pause, i suoni diventano vorticosi, si rischia di perdere l’accordatura degli strumenti. Così ha voluto Beethoven.

Il barbone

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di Paolo Brondi Tratto da La vita spezzata (con un commento di Angelo Perrone) (ap) Una vita spezzata può essere la conclusione inevitabile e sconsolata di alcune esistenze: si è travolti dall’incertezza e dalla precarietà, dall’insicurezza economica e dalla mancanza di sogni. Senza speranze sul presente. Avendo per sé soltanto il mondo della strada, unica risorsa da condividere con altri.

Fili nascosti

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di Marina Zinzani Giorni inquieti ad aspettare situazioni da risolvere risposte che non arrivano desideri che non si avverano. Giorni inquieti ad aspettare qualcosa che non aveva volto forse non era neanche una persona. Giorni inquieti a diradare fili mettere in ordine cercare di capire.

In un cerchio magico

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di Laura Bonfigli (leggendo Una verità per Laura di Paolo Brondi, PL 23/7/15) Questo breve racconto di Paolo Brondi, Una verità per Laura , trova la sua naturale struttura nella figura di un climax ascendente: affinità, diversità, conoscenza, verità, libertà sono i gradini di un percorso misurato e consapevole che porta i due protagonisti, Laura, laureata in legge a Perugia, e Robert, giovane laureato ad Oxford, a conoscersi, ma soprattutto a riconoscersi grazie ad affinità sensoriali ed estetiche.