Passa ai contenuti principali

Una lettera per Nicole: il mistero dell'agenda dimenticata e Paco Rodriguez

Primo piano di una donna sorridente con gli occhi chiusi, che tiene un mazzo di dalie rosse e bianche, evocando benessere e felicità.
(a.p. – RACCONTO-Versione aggiornata) ▪️ Scese giù per le scale e attraversò di corsa il portone ancora socchiuso del palazzo, poi prese a camminare a passo svelto: un cespuglio di capelli scuri, il tailleur giallo, lo zainetto di pelle nera sulle spalle, e in mano la borsa ingombra di carte.

🏃 L'inizio di una giornata impegnativa

Una tazza di caffè fumante, appoggiata su un bancone di bar affollato, con vapore che sale e un'atmosfera mattutina e frettolosa.
Per quanto fosse ancora presto, Nicole ebbe la sensazione che non sarebbe riuscita a fronteggiare i troppi impegni che aveva fissato per quella giornata e ne fu contrariata.
Non rinunciò però al suo caffè amaro nel bar sotto casa, dove Mario era lì pronto a servirglielo senza farla attendere, quasi ci fosse soltanto lei, unica cliente, mentre il locale a quell’ora era sempre affollato di gente frettolosa. Le piaceva scambiare qualche parola con Mario, un piccolo rito prima di iniziare il lavoro.
Quella mattina rinunciò a prendere la sua auto, le sarebbe stato più facile muoversi con i mezzi pubblici, o magari persino a piedi, dato che la sua agenda prevedeva architetti in azienda, clienti stranieri in albergo e un pranzo di lavoro dall’altra parte della città.
Si diresse verso la piazzetta a pochi metri da casa dove sostavano i taxi, ne prese uno che sopraggiungeva in quel momento e che, per il timore di perderlo, costrinse a fermarsi di colpo.
Indicò d’un fiato la destinazione, poi tirò un sospiro di sollievo, si tolse dalle spalle lo zainetto di pelle nera e lo appoggiò sul sedile insieme alla borsa.
Notò allora una vecchia agenda blu. Era logora e piena di carte e Nicole pensò, senza un motivo preciso, che esse fossero inserite a casaccio non tenendo conto dei giorni e delle scadenze. Si guardò intorno istintivamente, come per cercarne il proprietario, ma nessuno era sceso dall’auto prima che lei vi salisse.

📜 La cartolina e il nome sconosciuto

Una cartolina antica, parzialmente sfilata da un'agenda, con una calligrafia minuta e la frase "Una di queste sere verrò a trovarti" ben leggibile.
A Nicole era bastato distogliere appena lo sguardo dall’agenda, intravedere i palazzi che scivolavano via, per reimmergersi nei problemi della giornata quando una manovra improvvisa scosse la macchina e lei fu costretta ad appoggiarsi con una mano sul sedile.
Toccò involontariamente quell’agenda da cui, per il sobbalzo, era uscita parzialmente una cartolina e notò il nome del destinatario: “Paco Rodriguez”. La cartolina era scritta fittamente, con una calligrafia minuta, certamente femminile, così diversa dalla sua.
“Che strano”, pensò subito Nicole, fermandosi a riflettere su quel nome, Paco, che non aveva mai sentito, e sulla calligrafia della donna che gli scriveva, così precisa ed intensa. Nonostante fosse leggermente miope e si ostinasse a non portare gli occhiali, si sforzò di decifrare.

📍 L'indirizzo nel centro storico

Una mappa stilizzata di un centro storico, con vie strette e tortuose, edifici accennati e qualche indicazione generica che suggerisce un'ambientazione urbana, ma senza dettagli testuali leggibili.
Riuscì a leggere l’indirizzo: la strada dove abitava Paco non era lontana dalla sua casa e la conosceva bene perché vi si recava spesso durante le sue passeggiate nel quartiere. Era una via stretta, tortuosa, delimitata da case vecchie, dove resisteva ancora qualche negozio di vecchi mestieri, come quello dove lavorava un gruppo di giovani scultori.
Nicole non riuscì a leggere nulla del testo della cartolina ma la sua attenzione fu attratta dalla frase finale, finalmente leggibile anche a distanza, scritta a stampatello, che Paco doveva aver notato subito: “Una di queste sere verrò a trovarti”. Poi seguiva la firma, che tornava ad essere minuta e incomprensibile come il resto.

🤫 Il silenzio di Nicole

“Siamo arrivati”, disse all’improvviso il tassista girandosi verso Nicole che aveva uno sguardo assorto, rivolto fuori dal finestrino, e che fu scossa da quelle parole. Allora l’uomo notò l’agenda sul sedile e non ne rimase affatto sorpreso. “Ci risiamo, Paco ha dimenticato la sua agenda”, commentò rivolgendosi a Nicole, come se entrambi pensassero alla stessa cosa, “chissà dove ha la testa quel benedetto ragazzo!”.
Nicole non rispose e, per la prima volta, guardò a lungo l'autista che rimase in silenzio, poi senza fretta pagò la corsa. Sorrise uscendo dalla macchina, e s’incamminò.


Nota: Questo racconto è una versione aggiornata e riorganizzata per la pubblicazione digitale. Il testo originale è apparso su AA.VV., Autori Contemporanei, Edithon 2012, Edizioni Penna d’Autore, Torino. Il volume è edito da Il Club dei Cento di radio Italia Uno. Il volume può essere richiesto a Giorgio Milanese, Club dei Cento, Torino: Mail: mail: milanese.giorgio@alice.it

Commenti

Post popolari in questo blog

👩‍🏫 La prima supplenza: tra pugno di ferro e cuore degli alunni

(Introduzione a Daniela Barone). C'è una foto che ritrae Daniela Barone tra i suoi primi studenti: capelli biondi, sguardo deciso e quel misto di orgoglio e apprensione che accompagna ogni esordio. Quella foto, che oggi pubblichiamo, è il fermo immagine di una battaglia vinta. In questo racconto, Daniela ci riporta indietro a una quinta classe di un Istituto Professionale per Odontotecnici, tra lanci di palline di carta e sguardi di sfida, svelando il segreto di quel mestiere difficile che non si impara sui libri: la capacità di trovare la "chiave giusta" per aprire il cuore degli alunni. Il sogno del registro e l'esordio agli Odontotecnici (Daniela Barone) ▪️ Quando ero una bambina di nove anni mi piaceva giocare a fare la maestra scribacchiando su un quadernetto a righe a mo’ di registro scolastico. Quest’attività tanto gradita faceva presagire che da grande sarei diventata un’insegnante, magari d’inglese, la mia materia preferita. Dopo il liceo fu il mio fidanzato ...

💿 Dolores O’Riordan: proteggersi da solo? Musica come cura e monito

«E’ vero ciò che la gente dice: “Dio protegge chi si aiuta da sé, a proprio modo”.  E spesso mi sono chiesta “Chi protegge coloro che non riescono a proteggersi da soli?”» Fee Fi Fo (The Cranberries) L'ombra degli abusi e il disagio di vivere (Marina Zinzani) ▪️Una storia di abusi e il fascino della musica. Dolores O’ Riordan, la cantante dei “Cranberries” ha parlato in alcune interviste del suo buco nero, iniziato quando da bambina ha subito molestie da un amico di famiglia, molestie durate anni. Forse da lì sono partiti i suoi disturbi, l’anoressia, il disturbo bipolare, la depressione, il disagio di vivere che le aveva fatto pensare al suicidio. La musica: linguaggio dell'anima e forma di cura Ha parlato anche del suo dedicarsi alla musica, allo scrivere canzoni come una cura. Musica come forma artistica che tocca linguaggi dell’anima che sono comprensibili, in una sorta di tam tam misterioso che rende la vita più interessante, più piacevole, e fa sentire una voce amica, ...

🥀 Vederti infine deriso, il coraggio di riconoscerti nel distacco

  (Introduzione a Maria Cristina Capitoni). C’è un istante preciso, spesso doloroso e controintuitivo, in cui amare qualcuno significa fare un passo indietro e lasciarlo solo davanti al giudizio del mondo. È il momento in cui la protezione cede il passo al riconoscimento: non sei più un’estensione delle mie ansie, ma un individuo che affronta il suo destino. Questa poesia cattura esattamente quel passaggio, definendolo come la “prima vera vittoria» dopo anni di fatica. (Maria Cristina Capitoni - POESIA) ▪️ Il momento della resa Vederti infine deriso piccolo mio e trattenere a stento  la tua difesa  quasi ti avessi spinto io  in quell’arena, La vittoria del riconoscimento fu la mia vittoria  la prima vera di una vita  dopo anni di fatica  t’ho riconosciuto La consapevolezza finale non chiedermi aiuto è stato quel che doveva adesso l’ho capito. ✒️ Post scriptum  Il testo gioca sulla tensione tra l'istinto primordiale della difesa («trattenere a sten...

🎄 Il paese del pavimento storto: una fiaba elettorale di Natale

(Introduzione ad a.p.). In un momento di fiabe natalizie, un cittadino - perditempo - si interroga sulla natura della riforma della magistratura. Ne nasce un dialogo immaginario, che è un invito a guardare oltre la propaganda e a scoprire cosa si nasconde dietro la bandiera della "separazione delle carriere". (a.p.) ▪️  C’era una volta un’infiltrazione d’acqua... C’era una volta, in un regno non troppo lontano chiamato Italia, un popolo di cittadini laboriosi che viveva in case con i pavimenti pericolosamente inclinati e i tetti che facevano acqua da tutte le parti. Qualche buon tempone le chiamava "Cittadella della Giustizia". Sotto Natale, mentre tutti pensavano ai panettoni, si sparse la voce che il Gran Cerimoniere del Regno, il saggio Nordio, avesse finalmente trovato la soluzione. Non si trattava di riparare le travi o livellare i pavimenti (troppo faticoso, troppo tecnico!), ma di una riforma estetica chiamata "La Grande Separazione". Il popolo era ...

🔎 Viaggio nella Giustizia: i fatti e le scelte #1

🧭 Bussola:  Il caso per decidere della libertà delle persone? Ecco il sorteggio al Csm – Vita da magistrato: storie di vita e sacrifici | Postille: sovraffollamento carcerario e processi sempre più lunghi ▪️ Questo spazio analizza la riforma costituzionale al voto e i problemi della giustizia. Il referendum riguarda libertà e sicurezza di tutti. Offriamo spunti per capire i possibili cambiamenti nella vita quotidiana, per una scelta consapevole. L’interrogativo di oggi 🏷 Affideresti la tua libertà al caso? Il sorteggio per i membri del CSM è presentato come la cura al "correntismo", ma rischia di trasformare il governo della giustizia in una lotteria. Estrarre a sorte chi deve garantire l'indipendenza dei magistrati significa rinunciare alla valutazione del merito e della responsabilità. Una giustizia affidata al caso è ancora una giustizia affidata alla Legge? 👉 [Leggi l’analisi completa: " E se la tua causa dipendesse da un'estrazione a sorte? L'insidia ...